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Written by: Città e Territorio

Scuole Nazionali d’Arte di Cuba: progettisti premiati mentre incombe il progetto di Foster

Scuole Nazionali d’Arte di Cuba: progettisti premiati mentre incombe il progetto di Foster

Ieri il Presidente Napolitano ha consegnato i premi Premi Vittorio De Sica a Vittorio Garatti, Riccardo Porro e Roberto Gottardi progettisti delle Scuole Nazionali d’Arte a Cuba. Intanto un’ondata di polemiche sta scuotendo il mondo intellettuale avanero. La notizia di un intervento di Norman Foster all’Avana è filtrata dal web (quasi proibito ai cubani) causando una valanga di email, dove non è facile distinguere verità da gossip. Il fattore detonante è una nota pubblicata dal «Sunday Times» a fine giugno, nella quale Foster afferma di essere impegnato nel completamento della Scuola di Balletto dell’Avana. L’edificio, la cui costruzione fu interrotta nel 1963 per mancanza di fondi (e problemi ideologici), fa parte delle Escuelas de Arte progettate nel 1961 dal cubano Ricardo Porro (arte e danza moderna) e dagli italiani Roberto Gottardi (teatro) e Vittorio Garatti (balletto e musica). Questi straordinari edifici sono da anni oggetto di un intervento globale di completamento diretto dagli stessi autori, ottuagenari ma professionalmente attivi. Concluso il restauro delle scuole di Porro, da anni Garatti e Gottardi lavorano gratis su versioni aggiornate dei loro progetti, in attesa dei finanziamenti. Giunge quindi inaspettata la notizia della partecipazione di Foster, chiamato da Carlos Acosta, star del balletto cubano da anni impegnato a Londra, dove nel 2011 ha fondato la Acosta International Dance Foundation, che avrà come sede cubana proprio la Scuola di Balletto dell’Avana. Inizialmente l’accordo tra Acosta e il Governo prevedeva la collaborazione con l’autore originario Garatti. Questo improvviso voltafaccia si spiega da solo: Foster, ammiratore di Acosta, progetterebbe gratuitamente, per attrarre finanziamenti con la propria fama. Garatti, in una lettera a Fidel Castro, ha rivendicato il diritto d’autore sul progetto, e la necessità di non svenderne lo spirito originario nel nome del profitto economico. Ricorda poi come il complesso, dichiarato Monumento Nazionale, stia per essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Il Ministerio de Cultura ha quindi diffuso un comunicato sibillino, allegando l’accordo iniziale firmato da Acosta, con Garatti come unico autore. Nessun accenno a Foster, nè ai recenti contatti stabiliti dal Ministero con l’archistar, che sarebbe giá venuto a Cuba a tastare il terreno, come invece ammette un architetto-funzionario cubano. Qualcuno ha accolto la notizia con entusiasmo, rallegrandosi dell’eventuale presenza di un’opera dell’architetto inglese nel panorama avanero. Al di là delle ovvie implicazioni etiche, l’Avana è una metropoli letteralmente in rovina, e non sarebbe difficile trovare altre opere per incaricare Foster, senza pestare i piedi a nessuno. Elisabetta Alè

IL FILM rubrica a cura di Giorgio Scianca
Tra le foto più conosciute degli anni sessanta, è rimasta nella storia quella del 1962 che ritrae Fidel Castro e Che Guevara mentre si sfidano sul tracciato dell’Havana Golf Club di Varadero. Tra le tante cose rimaste sospese in quegli anni, vi è la trasformazione, voluta da Castro, dell’Havana Biltmore Golf Club in un centro culturale dove migliaia di studenti da America Latina, Africa e Asia avrebbero studiato l’arte gratuitamente. A progettare le Escuelas Nacionales de Artes, un complesso di cinque edifici realizzati nel periodo 1961-1965, furono chiamati tre giovanissimi architetti: il cubano Ricardo Porro e gli italiani Vittorio Garatti e Roberto Gottardi. Una storia interrotta a metà per mancanza di materiali dovuti all’embargo totale e al pragmatismo politico della guerra fredda. A 40 anni di distanza, il completamento di quell’incompiuto è tornato attuale grazie all’interesse internazionale verso l’originale architettura degli edifici (nelle foto, la Scuola di danza classica prima del restauro e la Scuola di arti plastiche, oggi entrambe restaurate, sono le uniche che ai tempi furono completate). Due nuovi documentari ne raccontano la storia attraverso le testimonianze dei progettisti viventi e le immagini delle strutture provate dal tempo. Si tratta di «Unfinished Space, Espacios inacabados» di Benjamin Murray e Alysa Nahmias (2011, Usa, 86 min.,  www.unfinishedspaces. com) e «Un Sueño a Mitad. Le Scuole d’arte dimenticate di Cuba» di Francesco Apolloni (2011, Italia, 63 min., www.rai.tv). Altri riferimenti cinematografici su Cuba sono: «Soy Cuba» (Mikhail Kalatozov, 1964), «El Desarraigo» (Fausto Canel, 1965), «Suite Habana » (Fernando Pérez, 2003, docufiction), «Casa Viejaf» (Lester Hamlet, 2010), «Mi Pologotti querido» (Erica Viola, 2010, documentario), «Valeria descalza» (Ernesto Del Río, 2011).
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Last modified: 19 Luglio 2015