New York. Alle «muse» dellarte e della cultura i musei preferiscono oggi il marketing e la spettacolarizzazione mediatica, nelle scelte curatoriali ed espositive. Anche le mostre di design sono sempre più performance istantanee dove alla conoscenza si preferisce levento e alla critica lintrattenimento. Il MoMA di New York fa dietrofront e con «Century of the Child: Growing by design 1900-2000» ci riporta a unidea di museo come luogo di apprendimento e approfondimento. Senza fronzoli né effetti speciali ma con una straordinaria ricchezza di materiali e un inedito rigore filologico, la mostra rappresenta unampia e approfondita rassegna sul rapporto tra design e bambino in tutte le sue attività: vita quotidiana, gioco e studio.
Lincipit è il 1900, quando la femminista svedese Ellen Key pubblicò il suo Barnets århundrade (Il Secolo del Bambino), un manifesto sociale, politico, estetico e psicologico che presentava per la prima volta i diritti universali dellinfanzia e il benessere dei bambini come obiettivi primari per il nuovo secolo. Il Novecento segna infatti una svolta epocale nella concezione del bambino da parte dei genitori, che passano dal distacco ottocentesco alla centralità contemporanea. Prendendo ispirazione dalla Key e guardando attraverso il XX secolo la mostra prende in esame le visioni individuali e collettive del mondo materiale dei bambini, dai sogni utopici per i «cittadini del futuro» alle realtà più oscure dei conflitti politici e dello sfruttamento minorile. Filo conduttore è il design che fa crescere i bambini conformandone il panorama estetico negli arredi, nei giocattoli, negli abiti fino ai materiali scolastici.
Fin dalle prime sale scopriamo che i bambini sono stati al centro dei progetti di architetti e designer internazionali, che dai Futuristi a De Stijl, dalle Wiener Wekstaette al Razionalismo fino al Prairie e allItalian style hanno dedicato ampia attenzione progettuale allinfanzia. Molti sono oggetti e progetti misconosciuti o poco noti ed è davvero emozionante trovare qui la High Chair di William Eugene Drummond del 1902 insieme a quella di Gerrit Rietveld del 1923, o i meravigliosi arredi gioco come la Dolls Chair di Thonet del 1910 o il Child Coffee Set delle Wiener Wekstaette, i fumetti di Lyonel Feininger e i disegni Charles Rennie Mackintosh, fino agli arredi della Kartell o allAbitacolo di Bruno Munari.
La mostra è articolata in sette sezioni cronologiche che esplorano temi diversi attraverso materiali eterogenei: dipinti, disegni, progetti, arredi, giocattoli, materiali didattici, libri, fumetti e grafiche. Tra le più interessanti segnaliamo la prima, intitolata «New Century, New Child, New Art» che riguarda il periodo dal 1900 alla prima guerra mondiale, quando i nuovi codici estetici e semantici delle Arts and Crafts e dellArt Nouveau avevano abbattuto le trincee che separavano il design dallarchitettura e dallarte catalizzando un approccio riformato e integrato a tutte le aree dellesperienza infantile. Questi movimenti coincisero con il rinnovamento della scuola materna e con il Kindergarten Movement che pose un nuovo accento sul processo creativo e intuitivo del bambino, come dimostra la raccolta dei materiali di Friedrich Froebel per la scuola materna, presentata qui per la prima volta. Analogamente, la terza sezione «Light, Air, Health» individua nel design per linfanzia la forte matrice idealista del Movimento moderno. Luce, aria e igiene sono le ossessioni progettuali di cui sono intrisi i progetti delle scuole, degli asili, ma anche degli abiti e degli arredi dei più piccoli. Ne sono un esempio la scuola femminile in Turchia di Margarete Schütte-Lihotzky, le sedie di Marcel Breuer, Alvar Aalto e Kit Nicholson, una scrivania di vetro di Gio Ponti ma anche il Tale of 2 Squares, un bellissimo libro illustrato di El Lissitzky.
Lultima sezione «Designing better worlds» esamina la complessità e la difficoltà che sono emerse nel Novecento sul ruolo dei bambini nel mondo moderno dal confronto tra educatori, genitori, politici, architetti e designer. Le opere presentate annunciano una filosofia progressiva o idealistica sul futuro dei bambini che meritano mondi migliori, in cui, come afferma Pat Kane «il gioco sarà per il XXI secolo quello che il lavoro è stato per il XX».
«Century of the Child: Growing by design 1900-2000», a cura di Juliet Kinchin, Moma, New York, fino al 5 novembre
Questo è il secolo del bambino: farli crescere col design
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