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Fabrizio AimarWritten by: Città e Territorio

Per 20 anni, 700 fedeli in una chiesa di cartone firmata Shigeru Ban

Per 20 anni, 700 fedeli in una chiesa di cartone firmata Shigeru Ban

Christchurch (nuova zelanda). L’effimera leggerezza del concreto. Quasi come un moderno haiku, esso riassume bene la filosofia progettuale di Shigeru Ban, che abbina lo sperimentalismo dei materiali da costruzione meno convenzionali alle situazioni d’emergenza nel mondo. A 17 anni di distanza dalla Paper Church di Kobe, il modo d’operare dell’architetto giapponese continua oggi in Nuova Zelanda, a Christchurch, dove Ban è stato chiamato a realizzare la cattedrale anglicana provvisoria, in sostituzione all’originaria in pietra del 1873 a firma dell’inglese George Gilbert Scott. La chiesa, seriamente lesionata a causa del sisma che colpì la città nel febbraio 2011, è al centro di aspre polemiche circa un’ipotesi di abbattimento, osteggiata dalla comunità religiosa locale che non vuole perdere il proprio simbolo cittadino.
L’opera sorgerà a Latimer Square, a 300 m dall’attuale cattedrale, e avrà dimensioni in pianta di 40 x 25 m, con un’altezza di 23. Realizzata su una platea di cemento armato, la chiesa esibirà una forma triangolare (detta A-frame), la più adatta secondo Ban a resistere all’azione sismica. La peculiarità sarà la copertura dell’edificio, realizzata in 98 tubi di cartone pressato, 20 dei quali (dal diametro esterno di 618 mm e di lunghezza pari a 20 m) arriveranno fino a terra in quello che è il moderno pronao, cui se ne aggiungono altri 78 di pari diametro. Questi ultimi, lunghi 16,6 m, imposteranno su un basamento di containers posti sui 2 lati della navata e sosterranno il policarbonato opaco previsto come manto di copertura.
La struttura, completamente idrorepellente e ignifuga grazie alla finitura superficiale a base di cera, ha un tempo di vita utile di 50 anni, sebbene il suo utilizzo si stimi in 20 anni, e ospiterà 700 fedeli. Ban afferma che il cartone è il materiale ideale nelle emergenze, poiché il suo utilizzo non convenzionale in ambito edilizio fa sì che non risenta dell’incremento del costo dei materiali da costruzione successivo a un evento catastrofico, è facilmente reperibile e trasportabile, riciclabile e molto resistente.
Il costo globale dell’intervento, comprensivo di spazi ricettivi e commerciali nei container e la sistemazione urbanistica dell’area, è di 5,3 milioni di dollari neozelandesi (circa 4,1 milioni di dollari). La cifra, giudicata dai più eccessiva, è in realtà piuttosto bassa se paragonata ai costi stimati per l’eventuale restauro della cattedrale neogotica (82 milioni di dollari) e alla prevista nuova edificazione di una struttura definitiva (20 milioni di dollari). L’inizio lavori è annunciato per metà luglio e la consegna è prevista per fine dicembre, in tempo per le ricorrenze natalizie. Intanto, è stato messo in vendita l’unico padiglione ancora esistente con struttura in cartone eretto dallo studio di Ban a Gifu nel 1998.
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Autore

  • Fabrizio Aimar

    Nato ad Asti nel 1983 e laureato a pieni voti presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino nel 2008, ha collaborato per alcuni anni studi professionali (contribuendo al progetto costruttivo del grattacielo Intesa Sanpaolo di RPBW a Torino). Nel 2014 apre il proprio studio ad Asti. Dal 2009 collabora per diverse testate di settore, sia nazionali che estere, tra cui “Il Giornale dell’Architettura” (fino al 2014), architetto.info, ingegneri.info e “C3 magazine” (Corea del Sud). Dal 2010 è membro della Commissione cultura dell’Ordine degli Architetti di Asti. È stato guest lecturer presso l’Università di Auckland e relatore invitato al XXVIII Salone Internazionale del Libro di Torino.

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Last modified: 20 Luglio 2015