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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Dopo 50 anni, per San Berillo Vecchio forse ci siamo

Dopo 50 anni, per San Berillo Vecchio  forse ci siamo

Catania. È stato presentato il 7 giugno, in occasione della consegna del premio alla carriera Ance Catania 2012 a Mario Cucinella, il masterplan dell’area dello storico quartiere di San Berillo che dopo 50 anni vede avvicinarsi la possibile rigenerazione.
L’iter è stato assai lungo. Al risanamento del quartiere si cominciò a pensare sin dagli anni trenta, ma la svolta avvenne nel 1954 con lo sventramento realizzato da Istica (Istituto immobiliare di Catania, partecipato in maggioranza dalla vaticana Società generale immobiliare), che determinò una ferita nel volto della città; un vuoto ancora visibile nel suo tessuto urbano e un contenzioso tra privati proprietari delle aree e Comune circa le cubature da costruire, con innumerevoli progetti mai realizzati e anche una commissione composta da Pier Luigi Nervi, Luigi Moretti e Alvar Aalto. Nel 2004 viene nominata una commissione di saggi, incaricata di trovare una soluzione per il comparto di circa 80.000 mq. Nel 2009 viene incaricato della supervisione del progetto di riqualificazione dell’area Massimiliano Fuksas. Con la conclusione del contenzioso davanti al Tar di Catania, il 17 novembre 2011, amministrazione e privati hanno concordato la rideterminazione della cubatura (il 30% di volume in meno rispetto al precedente accordo), il mantenimento della scuola «G. Pascoli» e l’eliminazione dell’interramento di Corso dei Martiri, uno dei principali assi viari che collega il centro storico alla stazione. A marzo, la proprietà privata composta per il 52% da Istica con Cecos (due società oggi controllate di Parsitalia spa) ha affidato l’incarico a Cucinella. Ora il Comune dovrà esaminare il progetto per poi rilasciare le concessioni.
I lavori dovrebbero partire dopo l’estate, la durata prevista è di quattro anni, l’investimento di circa 200 milioni. Pur contenendo 240.000 mc di nuovi edifici, il masterplan appare come una grande area verde in cui sono integrate strutture pubbliche e private, edifici residenziali per un totale di 40.000 mc, spazi commerciali, strutture alberghiere, un teatro, parcheggi, una piccola area museale e altre infrastrutture.
Secondo il progettista di origine palermitana, l’area costituirà un nuovo centro per Catania sul modello delle ramblas: un percorso che parte da piazza della Repubblica e arriva alla stazione ferroviaria, in un contesto che sarà presto servito dalla metropolitana. «Abbiamo voluto dar voce alla visione europea di quelle che saranno le nostre società, rivalutando la qualità dello spazio urbano visto che Catania è una città dal substrato creativo di livello internazionale. La nostra idea è che diventi un grande giardino, con lo sbocco sul mare, per rappresentare la spina verde della città. I temi ambientali ed ecologici – oasi di verde e acqua – sono al primo posto, e altre città europee ci hanno dimostrato come sono state interpretate queste spaccature. Le trame urbane, e il mantenimento dei collegamenti esistenti, sono il punto centrale, l’immagine è quella di una città che rotola verso Sud», ha dichiarato Cucinella che ha anche illustrato la sua proposta per piazza della Repubblica con un parcheggio da 350 posti auto e un mercato coperto che farebbe da ingresso al nuovo San Berillo.
«La nostra ambizione» – ha spiegato Cucinella – «non è soltanto quella di rifare il quartiere San Berillo, ma di generare una nuova qualità urbana intorno. Catania ha a disposizione una conquista secolare: affacciarsi sul mare con un parco urbano». In questo caso, l’onere dei lavori spetterebbe al Comune. Ora, con un piano generale che dovrebbe metter fine a più di 50 anni di abbandono, l’augurio è che si prosegua sulla strada della qualità bandendo concorsi di progettazione.
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Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 20 Luglio 2015