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Written by: Design

L’ingegnere geniale

L’ingegnere geniale

Sergio Pininfarina ha vissuto per intero la trasformazione dei carrozzieri piemontesi in stilisti dell’automobile e in designer globali. La sua biografia imprenditoriale si pone al punto di snodo di due storie e di due tradizioni del tutto diverse: da un lato, c’era appunto l’esperienza produttiva dei carrozzieri,di coloro cioè che avevano trasfuso il loro sapere pratico e artigianale dal mondo antico dell’automobile a quello moderno dell’automobile. Dall’altro, c’era l’innovazione costituita dallo sviluppo del disegno industriale, grazie al potenziamento di una capacità progettuale sempre più fondata su tecnologie sofisticate. Questo passaggio è stato vissuto da Pininfarina in un ruolo di protagonista. Era l’erede del vecchio «Pinin», uno degli industriali che s’era fatto da sé uscendo dai ranghi degli operai provetti torinesi, da quell’universo dei «battilastra» così sicuri del  loro mestiere e della loro manualità da saper «fare i baffi alle mosche», come dicevano orgogliosamente di loro stessi. Ma se veniva da quel retroterra, Sergio si era però laureato in ingegneria al Politecnico di Torino, a testimonianza che per perseguire l’eccellenza era indispensabile il ricorso alla tecnologia. Il connubio fra intuizione estetica e valorizzazione tecnologica ha rappresentato un processo complesso, ricercato con tenacia e determinazione. È stato il risultato di un’evoluzione continua, che si è verificata sullo sfondo del cambiamento radicale subìto dal sistema dell’auto nel corso del tempo. Persino il connubio vincente tra Pininfarina e Ferrari, un matrimonio che certamente ha concorso alla fortuna dei due marchi, è stato il frutto di un’alleanza alle origini per nulla semplice. Sergio raccontava della lunga trattativa che aveva preceduto l’incontro tra suo padre ed Enzo Ferrari, alla metà degli anni cinquanta. Due primedonne, due protagonisti assoluti che da principio non erano disposti a concedere proprio niente all’interlocutore. Per organizzare il loro primo confronto bisognò scegliere una località che fosse a metà strada fra Torino e Modena, in modo che non si dovesse dire che l’uno s’era recato a casa dell’altro. Alla fine la scelta cadde su Tortona. Nessuno poteva ancora prevedere che da quell’appuntamento sarebbe nata una collaborazione fondamentale, destinata a segnare la storia dell’auto e la ricerca della qualità estetica e progettuale.
Chi ha potuto visitare quel luogo delle meraviglie che è il Centro Stile Pininfarina a Cambiano (Torino), si sarà reso conto senz’altro che in quell’attività di design (via via estesasi dall’automobile a tanti altri oggetti d’uso quotidiano) è incorporata una lezione di metodo decisiva per il futuro dell’Italia industriale. I grandi stilisti torinesi dell’automobile (Pininfarina, Giugiaro, Bertone) hanno mostrato la necessità di fondere elementi apparentemente eterogenei, come la creatività e il progetto di industrializzazione, l’immagine e l’innovazione tecnologica. Hanno così dato vita a imprese capaci di evolvere in centri di progettazione e di sperimentazione che collaborano con  le case produttrici di tutto il mondo, mentre il loro orizzonte si è progressivamente allargato dal perimetro di Torino al sistema globale. Sono parti di una filiera produttiva, di una catena del valore industriale che ormai si dipana ampiamente a monte e a valle del momento produttivo vero e proprio. In questo senso incarnano l’anima del processo industriale della nostra epoca. Un processo ininterrotto che incorpora le fasi di progettazione e di servizio in un asse di valorizzazione senza soluzioni di continuità. Gli stilisti
dell’auto torinesi, che hanno avuto in Sergio e in suo figlio Andrea dei capofila, hanno reso evidente la portata di questa trasformazione. Una trasformazione che investe adesso tutto.

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Last modified: 20 Luglio 2015