È scomparso a febbraio, nel pieno della sua attività professionale, uno dei grandi architetti urbanisti le cui teorie e i cui lavori hanno dato vita a una solida scuola di pensiero, con un folto seguito. Si può dire che sia stato il primo architetto ad aver propugnato, alla fine degli anni sessanta, una visione e una pratica proprie partendo dallinterno dellarchitettura, cioè dallanalisi morfologica e dalla proposta attraverso il progetto urbano.
Solá si era formato nello studio di Ludovico Quaroni (1963-64) e nella School of Design di Harvard con Josep Lluís Sert (1964-65). Da allora aveva conciliato lattività accademica presso la Escuela de Arquitectura di Barcellona con la pratica professionale. Ha costituito il Laboratorio di urbanistica, famoso per le influenti pubblicazioni, ed è stato una figura determinante per lorganizzazione degli spazi delle Olimpiadi di Barcellona del 1992.
Solá rappresenta, con lucidità, il percorso intermedio tra larchitettura e lurbanistica, due attività che lentamente si stanno allontanando luna dallaltra a causa di procedimenti inutilmente specializzati di ciascuna di esse: lo dimostrano i suoi lavori con Rafael Moneo a Lakua, Vitoria e nella Illa de la Diagonal a Barcellona. La specialità di Solá è stata proprio sviluppare la complessità della città e del suo territorio nei suoi punti più difficili, ad esempio la riqualificazione dei fronti urbani sullacqua: in Italia ricordiamo i suoi progetti per Napoli, Genova e il Porto vecchio di Trieste (1998-99). Lintervento forse più emblematico di questa fusione tra architettura e urbanistica è stato il quartiere di edilizia popolare di la Sang ad Alcoy (premio Fad 1999; nella foto).
Solá non ha tralasciato nessun campo che potesse contribuire a cambiare lapproccio allurbanistica: pubblicazioni scientifiche come «Las formas de crecimiento urbano», libri come «Materiales de la ciudad», la fondazione di riviste di forte impatto come «Arquitectura Bis», la direzione di una collana delleditore Gustavo Gili con libri e traduzioni sul progetto urbano, persino limpegno nellorganizzazione accademica, in qualità di direttore della Escuela de Barcelona e del suo Dipartimento, così come la partecipazione ai processi di valutazione del corpo docente.
Manuel, che veniva da una famiglia di bravi architetti (lo erano suo nonno, suo padre e suo fratello Ignasi, 1942-2001), lo ricorderemo anche per il suo amore per la musica e verso il suo piccolo paese, la Catalogna; e lo ricorderemo come una persona gentile, educata e dalla grande generosità intellettuale verso i giovani architetti-urbanisti che allora eravamo, quando andavamo a chiedergli consiglio.
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