Lubiana. A dicembre la capitale slovena ha finalmente inaugurato il suo «nuovo» Teatro dellopera e del balletto nazionale, un lungo e faticoso intervento di restauro e ampliamento del vecchio teatro neorinascimentale, che ha inizio con il concorso vinto e affidato nel 1998. Un progetto ambizioso, firmato Jurij Kobe e Atelier Arhitekti (sui quali è da poco uscita la monografia di Domenico Potenza, The Palimsest of Technology, Franco Angeli, pp. 112, Euro 19,00) che risponde alle crescenti esigenze spaziali della prestigiosa struttura lirica e teatrale, completando un edificio il cui progetto originario non era mai stato portato a termine, e restituendo spazi a lungo affidati solo al teatro Drama, altra istituzione artistica della città. Esigenze tecniche ma anche legate alla fruizione del pubblico hanno determinato scelte coraggiose in continuità ma insieme nettamente distinte. Il nuovo corpo, doppio rispetto al teatro esistente ospita lenorme retroscena, le sale prova e la torre scenica, modernissima, caratterizzata dal suo rivestimento in griglia metallica. Sullasse di simmetria della nuova struttura si dispongono lateralmente i camerini e gli spazi per il personale, uffici e sale tecniche. Questi in particolare sono stati ricavati al di sotto del basamento originario per le limitazioni imposte a tutela delledificio storico. Come pure sotto la quota stradale sono stati ricavati il nuovo foyer, le biglietterie, il ristorante, lufficio informazioni e uno spazio espositivo. Interventi invasivi dal punto di vista strutturale, che sono stati integrati nel rispetto delledificio, impegnando un team dingegneri che ha lavorato in stretta collaborazione con il gruppo di progettazione per consolidare la struttura originaria in muratura. La cifra dellintervento è leggibile attraverso i dettagli: la scansione ritmica della nuova facciata; il modo in cui la nuova scatola architettonica entra in contatto con il paramento murario esistente, generando un filtro vetrato in cui sono concentrate scale e ascensori; lelegante stacco tra gli accessi in calcestruzzo al foyer e la facciata storica; i profili metallici nelle facciate laterali per insonorizzare i nuovi camerini. Lintero intervento si muove tra futuro e passato, in uninterpretazione chiara che con sobrietà e disinvoltura fa ricorso alla tecnologia, metafora di un Paese «snello» e ambizioso.
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