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Milena FarinaWritten by: Professione e Formazione

Due nuove scuole di qualità per Roma (sulla carta erano un po’ diverse)

Due nuove scuole di qualità per Roma (sulla carta erano un po’ diverse)

Roma. A sette anni dal concorso internazionale bandito dall’amministrazione comunale per tre nuove scuole nella capitale, sono stati inaugurati a breve distanza di tempo i due complessi di Casal Monastero e Romanina. Nel passaggio dagli elaborati di gara alla realizzazione i progetti sono stati in parte modificati, principalmente per la mancata possibilità da parte degli architetti di controllare tutti passaggi, ma anche per la necessità di adeguamenti normativi e la scarsità di risorse economiche che ha penalizzato soprattutto gli spazi aperti di connessione tra scuola e quartiere.
Per la scuola media di Casal Monastero, l’enorme scavo realizzato per le indagini archeologiche ha modificato radicalmente l’orografia dell’area su cui s’impostavano le quote di progetto, e ha portato il Comune alla decisione di ampliare in modo consistente l’opera (da 9+3 a 15+6 aule per 375 alunni), anche in ragione dell’effettivo fabbisogno di un quartiere molto popoloso. Si sono così rese necessarie importanti modifiche che non hanno comunque stravolto l’impostazione tipologica del progetto, con i due grandi volumi a quote diverse separati dai campi sportivi: il volume più alto e trasparente dei servizi aperti al quartiere e il corpo con le aule che si aprono sul patio interno. La procedura dell’appalto integrato ha però determinato nel progetto esecutivo una semplificazione e banalizzazione di molte soluzioni spaziali e di dettaglio, in parte recuperate in fase di direzione lavori. L’intervento sarà completato con la realizzazione del secondo lotto del parco, il cui appalto è programmato per i prossimi mesi.
Anche il progetto della scuola elementare e media di Romanina è stato banalizzato nei dettagli, mentre alcune soluzioni sono rimaste sulla carta. Qui lo sforzo degli architetti in fase esecutiva è stato invece vanificato da una direzione lavori poco sensibile. In una logica di risparmio, l’idea di scuola aperta che ispirava il progetto non è stata completamente attuata dall’impresa: si è ad esempio rinunciato sia a una delle gradinate di accesso concepita come teatro all’aperto, sia alle coperture percorribili come spazi pubblici aperti al quartiere, idea dalla quale derivava l’impostazione parzialmente scavata della scuola. L’edificio appare comunque come un importante centro di aggregazione nel quartiere: una struttura articolata in diversi volumi che si protendono all’esterno, quasi a offrire i propri spazi a tutti gli abitanti.
Il passaggio alla fase di esecuzione si rivela dunque il punto debole di un processo iniziato con le ottime premesse di un concorso ben orchestrato dall’amministrazione precedente, grazie al lavoro dell’Unità organizzativa «Qualità architettonica» del VI Dipartimento, e conclusosi con la selezione di progetti meritevoli. Per la terza scuola prevista dal concorso, la materna ed elementare di Muratella, dopo il fallimento della prima impresa che ha realizzato le fondazioni, l’aggiornamento dell’esecutivo da parte dei progettisti e la nuova gara d’appalto, si attende ora la prosecuzione dei lavori. Ma il rapporto con il quartiere, che era uno dei presupposti del bando, è già stato compromesso dalla realizzazione di una viabilità locale che non tiene conto della piazza prevista dal progetto.
Intanto restano al palo molte scuole dei concorsi «Meno è Più», banditi dal Comune tra il 2006 e il 2008 per la progettazione preliminare di piccole opere pubbliche in periferia, da realizzarsi all’interno di alcuni programmi di trasformazione urbanistica d’iniziativa privata a scomputo degli oneri concessori. In parte le difficoltà derivano dal difficile rapporto con il committente, che qui non è l’amministrazione ma l’impresa privata. In alcuni casi la situazione ha determinato fin da subito uno stallo con la mancata assegnazione degli incarichi ai progettisti vincitori, dovuta anche allo scarso interesse della nuova Giunta per l’iniziativa promossa dalla precedente, testimoniata dallo smantellamento dell’Unità operativa «Interventi di qualità». In altri casi il processo si è momentaneamente bloccato in seguito alle indagini archeologiche preliminari, per cui si sta valutando di spostare i progetti in altri siti. Per tutte le altre opere il Comune sta percorrendo il consueto l’iter di approvazione, invece di seguire un percorso più rapido in virtù della procedura concorsuale che ha valutato a monte le proposte.
Fa invece ben sperare l’annuncio del Governo circa un Piano nazionale di edilizia scolastica che prevederà interventi di adeguamento e recupero per la messa in sicurezza degli edifici esistenti e di costruzione e completamento di nuovi edifici a basso impatto energetico, con il coinvolgimento di capitali pubblici e privati.

Autore

  • Milena Farina

    Nata a Roma (1977), si laurea nel 2002 all’Università di Roma Tre, dove è Professoressa associata di Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Architettura. Nella sua attività di ricerca si occupa in special modo dello spazio dell’abitare nella città moderna e contemporanea. È autrice dei libri “Spazi e figure dell’abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda” (Quodlibet 2012), “Borgate romane. Storia e forma urbana” (Libria, 2017), Colonie estive su due mari. Rovine, progetto e restauro del moderno (GBE, 2021). Nel 2008 ha fondato con Mariella Annese lo studio Factory Architettura. Dal 2004 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”

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Last modified: 18 Aprile 2016