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Written by: Progetti

Spazi pubblici «illuminati»

L’illuminazione ha un ruolo primario nel definire le condizioni di abitabilità e fruizione, nell’attivare o inibire le attività, l’aggregazione, lo scambio interpersonale. È sufficiente una semplice macchia di luce per creare dei limiti spaziali e, con questi, la funzione e l’identità degli individui che ne fanno parte, nonché la loro coesione. Poiché per la percezione visiva ogni stimolo fisico è uno stimolo luminoso, è facile comprendere come l’illuminazione sia un fattore determinante nell’accettazione e identificazione di uno spazio. Con il suo essere indicatore, la luce svolge la funzione di richiamo e invito, con grande vantaggio sulla frequentazione dei luoghi: un luogo frequentato è più difficilmente degradato e a rischio di atti vandalici e criminosi. Non si tratta semplicemente di rischiarare le zone maggiormente a rischio né di illuminare a giorno l’intera volumetria ma, al contrario, di garantire la messa in rilievo del contesto fisico, al fine di dare informazioni precise sull’assetto spaziale, riferimenti chiari e inequivocabili per permettere di decodificare l’ambiente. Illuminare non è solo lavorare sulle presenze materiche che costituiscono un ambiente, ma anche pensare alle sensazioni visive e lavorare sull’appropriazione di uno spazio in cui intrattenersi volentieri perché se ne riesce a comprendere con chiarezza la forma. Nella rarefazione notturna, la luce permette di selezionare alcuni elementi, stabilire gerarchie, recuperare l’effettiva topografia di estese zone. L’obiettivo può essere quello di permettere una sorta di percorso visivo in cui sia possibile rintracciare il passato e lo sviluppo urbano. Il progetto deve oggi confrontarsi con i paesaggi della metropoli contemporanea e con il ridisegno degli spazi aperti, ponendo una particolare attenzione a tutte quelle aree di margine, spesso critiche ma ricche di potenziale. Di fronte ai grandi territori, l’illuminazione può mettere in scena le differenti scale del paesaggio extraurbano (lontananze, infrastrutture, dettagli) con flessibilità e libertà d’azione. Uno dei grandi valori della luce è quello di potere segnare profondamente i luoghi, rafforzandone la funzione di spazi di arrivo o di architetture di percorso, in- S dicando al visitatore, pedone o automobilista che sia, fattori che restituiscono l’identità del territorio e degli spazi attraversati. Può creare associazioni visive, individuare i diversi gradi di incidenza delle costruzioni nel paesaggio, può lavorare sul vuoto, valorizzare una funzione (per esempio quella portuale), tirare fuori dall’ombra i dismessi siti industriali, incoraggiare l’appropriazione di aree a lungo interdette. I luoghi dimenticati di produzione e di fatica, le stesse strutture responsabili della cattiva reputazione paesaggistica della zona (altiforni, cave ecc.) possono trasformarsi, grazie a installazioni luminose, in reperti simbolici e acquistare perfino un carattere eroico. L’intervento può essere minimale, conservativo dello stato del luogo, limitarsi al solo progetto d’illuminazione per rafforzare il ruolo dell’oggetto nel suo contesto, il suo essere segno che connota e qualifica la storia e, non di meno, la forma del territorio.

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Last modified: 10 Luglio 2015