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Manuela MartorelliWritten by: Città e Territorio

Le lucciole in buona compagnia: non solo sesso

Le lucciole in buona compagnia: non solo sesso

Amsterdam. Il quartiere a luci rosse, storica meta turistica, negli ultimi anni sta subendo sostanziali trasformazioni. Se nel 2007 la municipalità ha deciso d’intervenire in una delle parti più conosciute, De Wallen, chiudendo 50 delle famose «finestre» (che coinvolgono circa 2.000 prostitute legalizzate le quali dal 2011 pagano regolarmente le tasse sui loro redditi) e affittando ad artisti e giovani stilisti gli spazi a prezzi simbolici, in realtà c’è la volontà anche da parte del governo centrale di chiuderne ulteriori 400 nei prossimi anni. Presentato con una mostra all’Arcam di Amsterdam, lo studio Boundary Unlimited ha proposto un progetto che tiene conto delle prossime trasformazioni e della singolare realtà immobiliare di questo pezzo di città: gli introiti esorbitanti che risultano dalla prostituzione (fino a 20.000 euro al mese per un’unità edilizia con tre «finestre») si trasformano in una speculazione edilizia senza precedenti che rende impossibile da parte del Comune acquisire gli immobili. Il progetto prevede la traslazione delle attività di prostituzione ai piani superiori per far spazio a servizi e attività culturali al piano terra, in un mix in verticale che rivaluta l’area cercando di proporre un’alternativa al mero progetto di gentrification che da qualche anno si verifica nelle maggiori città olandesi. La conversione dei piani superiori delle abitazioni attualmente in disuso è il punto chiave nel progetto di Boundary Unlimited: un’ulteriore proposta è d’inserirvi gallerie commerciali, musei e altri servizi lungo una spina centrale con gli edifici attorno adibiti a uffici in modo da definire una sorta di «tamponamento» per le nuove residenze di pregio nelle vicinanze. Proposte sicuramente suggestive che però fanno ancora una volta riflettere su quanto sia sensato o meno coltivare una legalità per attività di prostituzione in una nazione democratica nel XXI secolo. Ricerche condotte da associazioni non governative, a seguito delle inchieste giudiziarie per traffico umano che hanno coinvolto centinaia di persone del business a luci rosse e che si sono però concluse con il rilascio della maggior parte degli indagati per mancanza di prove, hanno evidenziato come la realtà del Red Light District sia molto più intrisa nella criminalità organizzata e nel traffico umano di quanto si possa pensare e non più solo fenomeno pittoresco simbolo di una società liberale e senza inibizioni.
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Autore

  • Manuela Martorelli

    Dopo gli studi in architettura prima al Politecnico di Torino e poi a Rotterdam, ha iniziato un percorso da giornalista freelance con un focus in materia di architettura contemporanea e politiche urbane dei Paesi Bassi collaborando con diverse riveste di architettura e pubblicando con NAi publisher un saggio su OMA e gli anni d’oro dell’architettura olandese. Nel 2010, dopo alcune ricerche indipendenti sulla storia del costume, ha iniziato parallelamente un percorso giornalistico e di creative direction nel mondo della moda prima come corrispondente online per Vogue Italia e in seguito per i-D, Domus, A Shaded View on Fashion. Di recente pubblicazione un testo critico di ricerca sulle influenze dell’arte visiva e delle installazioni di architettura nelle sfilate di moda contemporanea per la rivista indipendente Prestage e due servizi fotografici per L’Officiel Netherlands. È autrice delle recenti guide di architettura e design di Rotterdam per il mensile Living del «Corriere della Sera» e per «Vogue Casa Brasile».

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Last modified: 21 Luglio 2015