Sono 292 gli edifici e i complessi architettonici del secondo Novecento in Toscana, selezionati dalla guida «Larchitettura in Toscana dal 1945 a oggi» (Alinea Editore, Firenze 2011, pp. 272, euro 25), curata da Andrea Aleardi e Corrado Marcetti della Fondazione Michelucci con la collaborazione di Alessandra Vittorini del Mibac/Pabaac e presentata il 16 dicembre presso la sede Rai di Firenze. La pubblicazione, oltre a essere un agile strumento di viaggio con tanto di georeferenziazione, itinerari tematici e aggiornamenti web (www.architetturatoscana.it), rappresenta il primo frutto della ricerca nellambito del Censimento nazionale delle architetture del secondo Novecento: un progetto su base regionale avviato con lungimiranza dalla Darc nel lontano 2002 e oggi coordinato dalla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, larchitettura e larte contemporanee (DGPaBAAC). Distribuito su 17 regioni, il progetto ha coinvolto diversi interlocutori (istituzioni regionali, università e centri di ricerca), con lobiettivo di costruire una ricognizione generale sulle architetture di rilevante interesse del secondo Novecento, omogenea e basata su criteri condivisi come il credito bibliografico e storiografico, ma anche il giudizio critico basato sul valore storico, la qualità urbana e ambientale, il significato sociale, il contenuto innovativo e la rilevanza dellautore. Rare sono le assenze (come la sede della Banca CR Firenze, realizzata su concorso internazionale a inviti da Giorgio Grassi), mentre la chicca è il ritrovamento di una misconosciuta casa per vacanze di Aldo Rossi e Leonardo Ferrari, realizzata nel 1960 ai Ronchi in Versilia (Massa).
Il progetto toscano è stato promosso, sostenuto e realizzato dal Mibac (oltre alla già citata Direzione generale, quella regionale per i beni culturali e paesaggistici) e dalla Regione Toscana (Giunta, Direzione generale competitività del sistema regionale e sviluppo competenze e Settore valorizzazione del patrimonio culturale) e condotto dalla Fondazione Giovanni Michelucci onlus. La Toscana è la prima ad aver pubblicato i risultati della ricerca e rappresenta un caso pilota per la molteplicità degli attori partecipanti che ha consentito il coinvolgimento delle soprintendenze tramite la Direzione regionale: una condizione non sempre verificatasi nelle altre regioni. Un aspetto tuttaltro che secondario è rappresentato dal fatto che i risultati della ricognizione sono stati riversati nelle carte tematiche regionali. Lavori come questi non devono rimanere fini a se stessi ma avere un immediato riscontro pratico soprattutto in termini di tutela. La pubblicazione arriva infatti a pochi mesi dallinfausto Decreto legge 70 che alza a settanta gli anni per poter vincolare unopera pubblica, lasciando come unico strumento di tutela lambigua legge sul diritto dautore (L. 641/1933). Il Novecento è un secolo molto fragile e la prima tutela devessere di natura urbanistica, poiché unica in grado di «reggere» nei cambi di proprietà e nei conseguenti e spesso devastanti adeguamenti tecnologici e materiali. La data di partenza della ricerca, il 1945, scelta in base a criteri storico-critici e cioè la fine della Seconda guerra mondiale e linizio della grande ricostruzione, diventa invece una data profetica poco lontana dal 1942: tutte le opere costruite dopo questa data non possono a oggi essere vincolate.
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