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Written by: Design

I limiti dello sviluppo tra decrescita ed ecodesign

Siamo entrati nell’anno della sostenibilità ambientale, finalmente. Non è ufficiale, nel senso che il 2012 non ha i crismi di un world sustainable design year (supposto che possa mai esistere), ma i numerosi appuntamenti che costellano l’anno in corso sono a ricordarci alcuni passaggi fondamentali della storia della sostenibilità ambientale e del suo rapporto con il progetto. Tra pochi mesi ricorrono i 40 anni dalla pubblicazione del celebre rapporto The Limits to Growth (tradotto in 30 lingue e diffuso in oltre 10 milioni di copie) commissionato dal Club di Roma al Massachusetts Institute of Technology. Il volume fu presentato pubblicamente a Washington il 12 marzo 1972 e conobbe fin da subito una straordinaria fortuna critica, anche in negativo, divenendo non solo tra gli addetti ai lavori, punto di riferimento imprescindibile per qualsiasi valutazione sull’ambiente. Il report, è bene ricordarlo, fu promosso dal torinese Aurelio Peccei, fondatore nel 1968 di un think tank informale e indipendente, il Club di Roma, dedito ad analizzare le interconnessioni tra sistemi naturali, ambiente e società. Si farà il punto su The Limits to Growth in numerose occasioni: il 26 gennaio a New York presso l’Academy of Sciences alla presenza di uno degli autori, Dennis Meadows; poi il giorno successivo a Roma, in un seminario intitolato 1973: città e sviluppo (Università di Roma Tre). L’evento principale promosso dallo stesso Club di Roma e dallo Smithsonian Institution sarà il symposium Perspectives on Limits to Growth: Challenges to Building a Sustainable Planet, in programma a Washington l’1 marzo. A seguire, tra i molti appuntamenti, una conferenza al Mit di Cambridge prevista in primavera e, a fine settembre, un convegno a Torino presso il Politecnico.
A giugno, invece, a Rio de Janeiro ricorrono i 20 anni dal primo Earth Summit. Per l’occasione la metropoli brasiliana ospiterà dal 20 al 22 giugno la quarta Conferenza Onu su ambiente e sviluppo (dopo Stoccolma 1972, Rio nel 1992 e Johannesburg nel 2002) riassunta nell’efficace slogan RIO+20, con l’obiettivo di trovare tra i paesi membri una piattaforma condivisa d’intervento politico nella direzione della cosiddetta green economy.
Quanto i temi del sustainable design e del design sociale siano oggi più che mai al centro della riflessione scientifica è percepibile scorrendo il programma delle conferenze, tavole rotonde e convegni di design individuabili tramite l’agile sito internet www.conferencealerts.com. Uno per tutti il convegno Towards open and participative cities, promosso da Cumulus (l’associazione internazionale di Università e College di arte, design e media) che si svolgerà a Helsinki dal 24 al 26 maggio presso l’Aalto University School of Design in occasione di Helsinki World Design Capital 2012 (cfr. il numero scorso di questo Giornale, p. 30) con una sessione interamente dedicata a designing sustainability.
Il paradigma della decrescita, come delineato da Nicholas Georgescu-Roegen e Serge Latouche, e la verifica dell’attualità di questo modello in un contesto economico, culturale e sociale particolare come quello panamericano, saranno discussi in occasione della conferenza Degrowth in the Americas a Montréal, dal 14 al 20 maggio, promossa dalla McGill University, dall’Université du Quebec à Montréal, dalla Concordia University, dalla scuola Hec Montréal e dall’Istituto di ricerche Research & Degrowth. Il 19 settembre, invece, prenderanno avvio a Venezia i lavori della terza Conferenza internazionale sulla decrescita per la sostenibilità ecologica e l’equità sociale, promossa, tra gli altri, ancora dall’Istituto di ricerche Research & Degrowth, dall’Associazione per la decrescita, dallo Iuav di Venezia, dall’Università di Udine e dal Comune di Venezia.
Sul fronte libri, oltre al già citato The Limits to Growth per il quale si attende quest’anno un’edizione aggiornata (sarebbe la quarta dopo il volume del 1972, quello del 1992 intitolato Beyond the Limits to Growth e, infine, Limits to Growth. The 30-Year Update apparso nel 2004), sarebbe auspicabile adoperarsi per rieditare in italiano «Silent Spring» di Rachel Carson, a cinquant’anni esatti dalla pubblicazione del testo fondativo del movimento ambientalista di matrice americana, e oggi purtroppo una rarità nei circuiti librari italiani.

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Last modified: 10 Luglio 2015