Bologna. LOrdine degli architetti, insieme a quelli di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Forlì, Ravenna e Rimini, ha lanciato in una conferenza stampa a fine dicembre «La qualità non è in svendita», campagna destinata principalmente alla società civile che dovrebbe portare i professionisti a indicare sui documenti, progetti inclusi, il marchio «QNS». Scopo della campagna, cui si affianca anche il lancio di un canale YouTube dellOrdine, è dare uninformazione corretta rispetto a quanto veicolato negli ultimi mesi dalla stampa riguardo a presunti comportamenti corporativi. Gli architetti bolognesi vedono in questo attacco alle professioni liberali un duplice scopo predatorio: «Da una parte vi sono le spinte del mondo politico che mirano a impossessarsi delle casse di previdenza private per risanare i dissanguati conti dellInps e, dallaltra, le grosse concentrazioni di capitale che vogliono conquistare questo mercato senza detenere le necessarie competenze (è il caso della creazione di società di capitali con maggioranza non professionale)». Il tutto è amplificato, sostiene ancora lOrdine, «dal comportamento, ai limiti della deontologia, di alcuni colleghi che, attraverso il ricorso a scontistiche fuori da ogni logica e con la vendita dei propri servizi su siti di e-commerce, tendono a sminuire il nostro ruolo sociale e di servizio allinteresse pubblico a mera merce di scambio». I veri freni sono invece nella burocrazia pubblica, nel quadro legislativo farraginoso, nella concorrenza sleale di enti e università che vendono servizi in conflitto dinteresse. La vera liberalizzazione sarebbe quella di bandire concorsi aperti per tutte le opere pubbliche, così come avviene in tutta Europa, e fortunatamente in alcune regioni e province italiane.
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