Aquanto sembra cè voluto lintervento della Regione Calabria per sbloccare la situazione di stallo che aveva ingabbiato il cantiere del museo archeologico, facendogli mancare lappuntamento con marzo 2011, per il 150° dellUnità dItalia, nel cui ambito è stato finanziato il restauro delledificio. Un canale di finanziamento su cui non pareva fare tanto affidamento nemmeno il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena (proprio lui, che del governatore Giuseppe Scopelliti, era stato vicesindaco a Reggio), che a fine novembre aveva scritto al neo ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi sollecitandone lintervento. Mentre limpresa (la pugliese Cobar) ai primi di dicembre era già pronta a fare le valigie. Che si corresse il serio rischio che quella data fosse disattesa era già stato denunciato: i fondi erano destinati esclusivamente agli interventi di restauro ma mancavano quelli per il riallestimento (cfr. «Il Giornale dellArchitettura», n. 81, febbraio 2010). In realtà lintero lavoro era stato sottostimato. Ma il 25 agosto 2011 «LEspresso» parla di Miracolo a Reggio; secondo il settimanale erano stati rispettati budget e tempi di consegna con il completamento, a marzo, del restauro strutturale, e una sorta di apertura in anteprima a luglio con linstallazione permanente nel nuovo atrio («Piazza» dellartista calabrese Alfredo Pirri). Tuttavia si era già in una situazione di paralisi per il blocco dei lavori di rifinitura, dovuto al mancato pagamento da parte del Cipe di 6 milioni, resi necessari in aggiunta a quelli già stanziati per nuove opere in itinere. Il budget è così quasi triplicato: dallappalto firmato nel marzo 2008 per 11.207.423,59 euro, ai 17,8 milioni, a cui vanno aggiunti i 6 del Cipe e i 5 alla fine accordati dalla Regione (Dipartimento cultura), necessari proprio per lallestimento (compresi gli impianti speciali, come la sala «filtro » di accesso a quella dei Bronzi). E siamo a quota 29 milioni. Una lievitazione che il direttore regionale ai Beni culturali Francesco Prosperetti spiega col fatto che «sono state fatte una serie di opere che, pur indispensabili (restauro facciate, ristrutturazione uffici e affitto di appartamenti dove delocalizzarli, restauro Bronzi, ecc.), non erano state considerate allinizio per non perdere lopportunità di far rientrare il progetto tra quelli finanziabili per il 150°. Poi, man mano che si liberavano risorse per la morìa delle altre opere, si è riusciti a dargli unorganicità che il preliminare non aveva». Dunque, con inaugurazione prevista a marzo, i lavori dovrebbero riprendere il 7 gennaio 2012. A cominciare dalla progettazione dellallestimento, fermo alla definizione delle sale al piano terra, mentre ci sono delle varianti allammezzato, rispetto a quanto avevamo riferito in aprile: testimonianze relative ai teatri, alle abitazioni e alle officine, alle necropoli delle colonie greche, e quelle relative ad abitati e necropoli di Lucani e Brettii. Daltra parte, precisa la soprintendente per i Beni archeologici Simonetta Bonomi, «è solo dallautunno 2010 che si è iniziato a lavorarci, sulla base dellimpostazione architettonica data dal subentrato studio Abdr». Intanto il museo, ancora chiuso, pensa ad allargarsi sulla carta. A maggio larchitetto romano Nicola Di Battista si è aggiudicato il concorso didee a partecipazione ristretta (ancora una volta) bandito da Prosperetti per un ampliamento che sfrutti gli spazi ipogei immediatamente antistanti lingresso, per ricavarne unuscita indipendente. Per realizzarlo si puntava ai fondi (tra 6 e 7 milioni) del Piano operativo interregionale (Poin). Peccato che, decaduta lipotesi, si sia anche in questo caso a caccia di un nuovo canale di finanziamento. Il dirigente regionale punta adesso sui fondi europei, il cosiddetto «grande progetto», dal titolo «Promozione e valorizzazione della Magna Grecia», un contenitore da 50 milioni che raccoglie una serie diniziative in stato di avanzata progettazione.
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