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Silvia MazzaWritten by: Progetti

Ma si allungano i tempi per l’Archeologico di Reggio Calabria

Aquanto sembra c’è voluto l’intervento della Regione Calabria per sbloccare la situazione di stallo che aveva ingabbiato il cantiere del museo archeologico, facendogli mancare l’appuntamento con marzo 2011, per il 150° dell’Unità d’Italia, nel cui ambito è stato finanziato il restauro dell’edificio. Un canale di finanziamento su cui non pareva fare tanto affidamento nemmeno il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena (proprio lui, che del governatore Giuseppe Scopelliti, era stato vicesindaco a Reggio), che a fine novembre aveva scritto al neo ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi sollecitandone l’intervento. Mentre l’impresa (la pugliese Cobar) ai primi di dicembre era già pronta a fare le valigie. Che si corresse il serio rischio che quella data fosse disattesa era già stato denunciato: i fondi erano destinati esclusivamente agli interventi di restauro ma mancavano quelli per il riallestimento (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 81, febbraio 2010). In realtà l’intero lavoro era stato sottostimato. Ma il 25 agosto 2011 «L’Espresso» parla di Miracolo a Reggio; secondo il settimanale erano stati rispettati budget e tempi di consegna con il completamento, a marzo, del restauro strutturale, e una sorta di apertura in anteprima a luglio con l’installazione permanente nel nuovo atrio («Piazza» dell’artista calabrese Alfredo Pirri). Tuttavia si era già in una situazione di paralisi per il blocco dei lavori di rifinitura, dovuto al mancato pagamento da parte del Cipe di 6 milioni, resi necessari in aggiunta a quelli già stanziati per nuove opere in itinere. Il budget è così quasi triplicato: dall’appalto firmato nel marzo 2008 per 11.207.423,59 euro, ai 17,8 milioni, a cui vanno aggiunti i 6 del Cipe e i 5 alla fine accordati dalla Regione (Dipartimento cultura), necessari proprio per l’allestimento (compresi gli impianti speciali, come la sala «filtro » di accesso a quella dei Bronzi). E siamo a quota 29 milioni. Una lievitazione che il direttore regionale ai Beni culturali Francesco Prosperetti spiega col fatto che «sono state fatte una serie di opere che, pur indispensabili (restauro facciate, ristrutturazione uffici e affitto di appartamenti dove delocalizzarli, restauro Bronzi, ecc.), non erano state considerate all’inizio per non perdere l’opportunità di far rientrare il progetto tra quelli finanziabili per il 150°. Poi, man mano che si liberavano risorse per la “morìa” delle altre opere, si è riusciti a dargli un’organicità che il preliminare non aveva». Dunque, con inaugurazione prevista a marzo, i lavori dovrebbero riprendere il 7 gennaio 2012. A cominciare dalla progettazione dell’allestimento, fermo alla definizione delle sale al piano terra, mentre ci sono delle varianti all’ammezzato, rispetto a quanto avevamo riferito in aprile: testimonianze relative ai teatri, alle abitazioni e alle officine, alle necropoli delle colonie greche, e quelle relative ad abitati e necropoli di Lucani e Brettii. D’altra parte, precisa la soprintendente per i Beni archeologici Simonetta Bonomi, «è solo dall’autunno 2010 che si è iniziato a lavorarci, sulla base dell’impostazione architettonica data dal subentrato studio Abdr». Intanto il museo, ancora chiuso, pensa ad allargarsi sulla carta. A maggio l’architetto romano Nicola Di Battista si è aggiudicato il concorso d’idee a partecipazione ristretta (ancora una volta) bandito da Prosperetti per un ampliamento che sfrutti gli spazi ipogei immediatamente antistanti l’ingresso, per ricavarne un’uscita indipendente. Per realizzarlo si puntava ai fondi (tra 6 e 7 milioni) del Piano operativo interregionale (Poin). Peccato che, decaduta l’ipotesi, si sia anche in questo caso a caccia di un nuovo canale di finanziamento. Il dirigente regionale punta adesso sui fondi europei, il cosiddetto «grande progetto», dal titolo «Promozione e valorizzazione della Magna Grecia», un contenitore da 50 milioni che raccoglie una serie d’iniziative in stato di avanzata progettazione.

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  • Silvia Mazza

    Storica dell’arte e giornalista, scrive su “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giornale dell’Architettura” e “The Art Newspaper”. Le sue inchieste sono state citate dal “Corriere della Sera” e dal compianto Folco Quilici nel suo ultimo libro Tutt'attorno la Sicilia: Un'avventura di mare (Utet, Torino 2017). Dal 2019 collabora col MART di Rovereto e dallo stesso anno ha iniziato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia”. Dal 2006 al 2012 è stata corrispondente per il quotidiano “America Oggi” (New Jersey), titolare della rubrica di “Arte e Cultura” del magazine domenicale “Oggi 7”. Con un diploma di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, ha una formazione specifica nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo al progetto europeo “Noè” (Carta tematica di rischio vulcanico della Regione Sicilia) e alla “Carta del rischio del patrimonio culturale”. Autrice di saggi, in particolare, sull’arte e l’architettura medievale, e sulla scultura dal Rinascimento al Barocco, ha partecipato a convegni su temi d’arte, sul recupero e la ridestinazione del patrimonio architettonico-urbanistico e ideato conferenze e dibattiti, organizzati con Legambiente e Italia Nostra, sulle criticità dei beni culturali “a statuto speciale”, di cui è profonda conoscitrice.

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Last modified: 10 Luglio 2015