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Fabrizio AimarWritten by: Città e Territorio

La torre del re supera il chilometro lanciato

La torre del re supera il chilometro lanciato

La corsa è ricominciata e la sfida sta per divenire realtà, a oltre due anni dall’inaugurazione del Burj Khalifa che a oggi, con i suoi 828 m d’altezza, è l’edificio più alto del mondo. La Kingdom Tower sarà infatti la torre dei record, issandosi a oltre 1.000 m; sorgerà a Jeddah, in Arabia Saudita, per volontà di re Abdullah e di suo nipote, il principe Al-Walid bin Talal.
Disegnato dallo studio Adrian Smith + Gordon Gill Architecture di Chicago, selezionato tramite un concorso durato 9 mesi, che ha visto confrontarsi Skidmore Owings & Merrill, Pickard Chilton, Kohn Pedersen Fox, Pelli Clarke Pelli e Foster+Partners, il grattacielo sarà realizzato in 63 mesi, con inizio lavori previsto a gennaio.
Questa vera e propria «città verticale» s’ispira alle forme dei vegetali del deserto locale e presenta una pianta trilobata, già elaborata da Smith ai tempi della collaborazione con Som per il progetto del Burj Khalifa, per via delle performance aerodinamiche atte a ridurre il carico strutturale del vento. Avrà oltre 163 piani, i quali ospiteranno un Four Seasons Hotel, 54.000 mq d’uffici di Classe A, 385 condomini (all’interno dei quali si annoverano 120 appartamenti di lusso), spazi commerciali e una terrazza circolare di 30 m al 157° piano, dotata di giardino pensile. I piani saranno collegati da 12 scale mobili e da 59 ascensori, di cui 5 double-deck, i quali viaggeranno alla velocità di 10 m/s (36 km/h).
Il progetto è sviluppato al fine di minimizzare i carichi termici, orientando l’edificio in modo che nessuna facciata sia direttamente esposta al sole, sfruttando l’ombreggiamento prodotto dai volumi e dalle terrazze. Il disegno include un sistema di raccolta d’umidità dell’aria (a Jeddah arriva all’80%) e la trasforma in acqua fresca anche a uso irriguo.
Dal punto di vista strutturale, la sfida sarà gestire l’imponente peso della costruzione, 900.000 tonnellate, sia a livello di fondazione che in elevato. La piattaforma fondante, di 7.500 mq e profonda circa 60 m, verrà realizzata con cemento a bassa permeabilità, al fine di contrastare l’azione salina corrosiva del Mar Rosso, e poggerà su un terreno altamente incoerente, costituito anche da rocce porose coralline. Calcestruzzi ad alta resistenza, pompati ad altezze record, verranno impiegati per l’edificio, con setti dallo spessore di 60 cm, utili anche a fini antincendio. I sistemi d’evacuazione sono infatti un aspetto chiave della progettazione: ogni 20 piani vi saranno stanze d’emergenza nelle quali trovare acqua e protezioni.
L’intera opera dovrebbe costare 1,23 miliardi di dollari (circa 910 milioni di euro) finanziati dalla Kingdom Holding, mentre la realizzazione spetta al Saudi Binladin Group, multinazionale delle costruzioni fondata dal padre di Osama Bin Laden. Rientrerà nel piano d’espansione verso nord di Jeddah, che prevede la realizzazione di un nuovo quartiere, la Kingdom City, per il quale sono attesi investimenti di 20 miliardi di dollari e il cui masterplan è affidato a un altro grande studio statunitense, Hok.

Autore

  • Fabrizio Aimar

    Nato ad Asti nel 1983 e laureato a pieni voti presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino nel 2008, ha collaborato per alcuni anni studi professionali (contribuendo al progetto costruttivo del grattacielo Intesa Sanpaolo di RPBW a Torino). Nel 2014 apre il proprio studio ad Asti. Dal 2009 collabora per diverse testate di settore, sia nazionali che estere, tra cui “Il Giornale dell’Architettura” (fino al 2014), architetto.info, ingegneri.info e “C3 magazine” (Corea del Sud). Dal 2010 è membro della Commissione cultura dell’Ordine degli Architetti di Asti. È stato guest lecturer presso l’Università di Auckland e relatore invitato al XXVIII Salone Internazionale del Libro di Torino.

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Last modified: 21 Luglio 2015