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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Palermo: fine del «proibizionismo» nel centro storico

Palermo: fine del «proibizionismo» nel centro storico

Palermo. Il centro storico, uno dei più stratificati d’Europa, negli ultimi diciotto anni è stato oggetto di diversi interventi di riqualificazione che, guidati dal Piano particolareggiato esecutivo (Ppe) redatto da Leonardo Benevolo e Pierluigi Cervellati con l’iniziale collaborazione d’Italo Insolera, hanno provato a contrastare il degrado e lo spopolamento causato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La decadenza dei vincoli all’espropriazione ha permesso di rivedere le strategie di riqualificazione e approvare le Linee guida per la revisione del Ppe per il centro storico, che orienteranno la stesura del nuovo piano da cui si attende la rivitalizzazione di un’area ancora sotto abitata. Con il suo approccio conservativo, il vecchio Ppe ha imposto prevalentemente ripristini e restauri. Sebbene sembri giunto il momento di guardare al centro storico nell’ottica del generale sviluppo urbano, le nuove linee guida contengono indicazioni contraddittorie che non sarà facile mettere a sistema. Appare difficile far convivere il rispetto dei vincoli di tutela dei beni artistici e paesaggistici, la realizzazione di architetture contemporanee, l’esigenza di accessibilità e mobilità veicolare, la realizzazione di parcheggi in aree vuote precedentemente oggetto di ripristino o destinate a verde, l’incremento di spazi pedonali, gli interventi su «aree pilota» ove redigere progetti di riqualificazione integrata di monumenti, edifici storici e spazi pubblici e, non ultimo, la promozione di partnership pubblico-private mediante le Società di trasformazione urbana (Stu). Il primo segnale della difficile convivenza d’interessi contrastanti è rappresentato dall’avvio dei lavori nell’«area Quaroni», un vuoto determinato dai bombardamenti di via Maqueda. Dopo il trentennale braccio di ferro tra il Comune e la Curia, con la realizzazione del progetto di Ludovico Quaroni modificato in fasi successive, l’interesse privato ha preso il sopravvento sulla volontà delle precedenti amministrazioni di privilegiare le funzioni pubbliche in un’area simbolica del centro. Le linee guida paiono promuovere la fine del «proibizionismo » del vecchio Ppe e provano a superare la rigidezza mimetica del ripristino. Ciò che preoccupa è la mancanza di una visione generale sulla città del nuovo millennio e la presenza di nodi irrisolti: primo fra tutti quello della riqualificazione del waterfront, la previsione di Stu che difficilmente potranno rilanciare l’interesse privato raccordandosi con quello pubblico e le previsioni su mobilità e parcheggi che dovrebbero dialogare con il Piano strategico della mobilità sostenibile ancor lungi dall’attuazione. Il rapporto tra la città storica e il mare è una delle questioni centrali, anche perché la pianificazione del waterfront è stata delegata al Piano regolatore portuale tuttora in itinere. Intanto, con il recupero della Cala, è stato recentemente completato il primo stralcio della riqualificazione del fronte a mare. La demolizione delle costruzioni abusive poste tra la città e il suo antico porto è stata il punto di partenza di un progetto «di restyling» risolto con un edificio per il ristoro, un prato, nuove sedute ed elementi d’illuminazione. Il progetto rivela come, nonostante i continui riferimenti agli esempi di Barcellona, Amburgo, Amsterdam e Copenaghen, si continui a ignorare che le buone pratiche sono il frutto di una governance pubblica del territorio. Confermando la consolidata tradizione siciliana delle «porte girevoli », il progetto è stato firmato dall’Ufficio tecnico dell’Autorità portuale. Tuttavia, nel giorno dell’inaugurazione, dalla stampa si è appreso che l’intervento è stato realizzato dall’Officina del porto. Al riguardo c’è da rammaricarsi che, contrariamente ai citati modelli europei, non sia stato bandito un concorso per affrontare il delicato tema progettuale e attivare il dibattito su un’area cruciale. Se vuole sostenere la sua ambizione di città europea, Palermo non può più permettersi prassi da provincia. Per questo è auspicabile che i prossimi passi nella definizione dei nuovi piani e interventi urbani siano guidati da principi chiari, condivisi e partecipati, e che lo strumento del concorso sia finalmente applicato per scegliere la proposta migliore. Solo così, forse, questa città potrà tornare a essere quella capitale che, a occhi chiusi, ancora oggi immagina di essere.

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 22 Luglio 2015