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Palacinema: addio sogni di gloria

Palacinema: addio sogni di gloria

Come nella tradizionale morra cinese, la carta vince sul sasso. Ormai è definitivamente cancellato il progetto del gruppo guidato da 5+1AA e Rudy Ricciotti che, sei anni fa, vinse il concorso di progettazione per il nuovo Palazzo del cinema al Lido di Venezia (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 31, luglio/agosto 2005). Il suo destino s’intreccia con gli sviluppi, inizialmente pubblici ma in seguito sempre più legati ai privati, del progetto di valorizzazione culturale, ricettiva e turistica del Lido di Venezia. Oltre che dallo Stato, i fondi per la costruzione del palacinema sarebbero dovuti arrivare dalla vendita dell’ex Ospedale a mare dell’isola. L’inserimento del progetto nelle opere per il 150o dell’Unità d’Italia (novembre 2008) ne sposta successivamente la gestione sotto il controllo di un commissario speciale (marzo 2009, Vincenzo Spaziante), grazie al quale vengono bypassate le normali procedure urbanistiche, come ad esempio le richieste di variante o il parere della Commissione per la salvaguardia di Venezia. In questo contesto, Est Capital Group si aggiudica il bando di gara (unica offerta, novembre 2009) per la gestione del Centro congressi legato al Palazzo del cinema, in cambio dell’acquisizione e trasformazione dell’ex Ospedale, il rifacimento di parte della viabilità, la riorganizzazione degli stabilimenti balneari; a questo pacchetto si aggiunge la disponibilità (acquistata negli anni precedenti) degli alberghi Des Bains ed Excelsior e del Forte Malamocco, nonché la realizzazione di una darsena per circa 1.000 imbarcazioni, in prossimità del Mose (costruito a sua volta dalla Mantovani, con la quale Est Capital fa cordata) come sorta d’indennizzo, dato che nel progetto di trasformazione dell’ex Ospedale, dove erano previste tre torri e una trentina di ville, è sfuggita la presenza del piccolo aeroporto del Lido che, per motivi di sicurezza, pone il veto alla costruzione di edifici alti. Nel frattempo, il costo dell’intervento lievita da 90 a 150 milioni, comprensivi della bonifica da amianto presente nell’area di scavo, scoperto solo a cantiere aperto. Ora, dopo lo sradicamento di una pineta (sostituita da nuove piantumazioni in altre zone del Lido) e 37 milioni spesi, e deciso che il nuovo palazzo non si farà (troppo elevati i costi per una sala che ora viene giudicata sovradimensionata), si opta per un auditorium più contenuto. Mantovani ed Est Capital si candidano alla sua realizzazione, in project financing, controllando così in toto il futuro del Lido. Rimane uno scavo da riempire e un’impresa costruttrice, la veneziana Sacaim, che da un lato chiede un indennizzo all’amministrazione comunale di 50 milioni e dall’altro si pone volontariamente in amministrazione controllata, in quanto a potenziale rischio fallimento dati i mancati introiti per tutti i lavori finora eseguiti. Intanto, la Mostra del cinema, a proprie spese, ha restaurato l’edifico originario del 1937.

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Last modified: 22 Luglio 2015