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Francesca LederWritten by: Città e Territorio

Il caso di Lowell, dal declino del tessile alla rinascita con la cultura

Il caso di Lowell, dal declino del tessile alla rinascita con la cultura

Lowell (Massachusetts). Molte città medie americane, le cosiddette gateway cities, per il mutare rapido delle loro sorti, sono state costrette a cambiare più volte identità. È accaduto a Lowell, simbolo della rivoluzione industriale americana e capitale dell’industria tessile d’oltreoceano.
Tutto inizia nei primi decenni dell’Ottocento. Da insignificante città rurale, grazie a una straordinaria presenza d’acqua (i fiumi Marrimack e il Concord), Lowell diventa la seconda città dello stato per numero di abitanti (molti gli immigrati provenienti dal Canada e dall’Europa, soprattutto tedeschi e irlandesi) e la prima per numero di attività produttive. La stagione industriale continua sino ai primi del Novecento quando l’uso del vapore s’impone sull’energia idroelettrica, molto più costosa, mentre il baricentro produttivo nazionale viene spostato nel sud del paese. Il destino della città era dunque già segnato quando, a fine anni venti, si abbatte impietosa la scure della Grande depressione. Le industrie chiudono, la popolazione emigra, i mulini diventano simboli negativi. Per Lowell si tratta di sopravvivere. Nell’immediato dopoguerra inizia la distruzione capillare degli edifici industriali, sempre più incombenti e senza valore, sostituiti da piccoli (e anonimi) quartieri residenziali. Dalla demolizione si salvano importanti complessi tra i quali anche quello che oggi ospita l’American Textile History Museum. Nel 1978 la presenza del National Park Service (Nps) favorisce l’ingresso di Lowell nella lista del patrimonio culturale nazionale: il diventare meta turistica serve in parte a risollevare le sorti della città. L’ultimo capitolo della storia recente è legato all’economia culturale promossa dal Cultural Organisation of Lowell (Cool), un’agenzia pubblico-privata che opera a favore del consolidarsi di una comunità locale creativa. Grazie alle nuove esigenze, e al supporto dello stato nel settore dell’affordable housing, altri mulini tra quelli «sopravvissuti» alle demolizioni diventano case-studio per artisti rendendo possibile l’insediarsi di nuovi abitanti, molti dei quali provenienti dall’area di Boston, sempre più costosa.
Un grande progetto si prepara per il cosiddetto Hamilton Canal District: un intervento che richiede lo stanziamento di 64 milioni di dollari, la metà dei quali provenienti dallo stato per la realizzazione di circa 750 alloggi più 80.000 mq per attività commerciali, terziarie e produttive legate all’industria culturale. Il primo stralcio è stato inaugurato con il recupero del complesso degli Appleton Mills, promosso da un developer privato, il Trinity Financial, sotto l’attenta guida di Nps: 130 unità residenziali in un corpo di fabbrica di 31.600 mq. Il cantiere, durato meno di due anni e inaugurato a luglio, è stato eseguito da un’importante impresa specializzata nel restauro di manufatti di archeologia industriale, la CWC Builders Inc.: salvati buona parte dell’involucro e delle strutture portanti (un’affascinate foresta di colonne in ghisa visibili dall’atrio centrale), mentre l’interno si adatta alle nuove destinazioni d’uso. L’intervento, premiato come miglior progetto di recupero del patrimonio culturale 2011, contribuisce a rafforzare l’immagine di Lowell come nuova capitale dell’industria culturale. Si aspettano ora i prossimi sviluppi.

Autore

  • Francesca Leder

    Laureata in Architettura allo IUAV, è ricercatrice e docente di Pianificazione territoriale e urbana presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Ferrara, dove coordina l'Unità di Ricerca sul Paesaggio dedicata al rapporto tra pianificazione territoriale, patrimonio culturale e paesaggio. In qualità di docente ha promosso e coordinato numerosi programmi in collaborazione con università europee: tra i più recenti, LAPIS (Intensive Programme in Landscape Studies) e TESS (Territorial Empowerment and Social Sustainability). I suoi interessi scientifici riguardano la pianificazione del territorio e del paesaggio. Le sue ricerche più recenti si concentrano su: politiche e pratiche di sviluppo comunitario, citizen engagement, approccio di genere alla pianificazione urbana

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Last modified: 22 Luglio 2015