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La nuova sede del gruppo Oberalp Salewa di Cino Zucchi Architetti e Park Associati

La nuova sede del gruppo Oberalp Salewa di Cino Zucchi Architetti e Park Associati

Per chi arriva da meridione segna l’arrivo in città: da settembre, la nuova sede della Salewa, realizzata in adiacenza all’autostrada del Brennero, s’impone all’attenzione per dimensioni e forme, grandi facce prismatiche ad andamento inclinato la cui suggestione plastica rimanda immediatamente alla topografia dei rilievi montani che circondano la città, e che si riflette anche nell’andamento planimetrico spezzato della conformazione interna degli spazi di accesso e degli uffici.
Il complesso è articolato in una serie di volumi di varie altezze e dimensioni (in totale, oltre 135.000 mc), allineati perpendicolarmente all’autostrada e connessi dalla grande piastra dello showroom: la torre principale si eleva fino a 50 m (in deroga al limite imposto dalla Provincia di 24 m), un secondo volume rialzato arriva a una trentina di metri, mentre il risvolto che contiene la palestra di roccia coperta a sua volta raggiunge i 18 m (la più grande d’Italia, estesa per 2.055 mq, di cui 200 all’esterno, fornita di 11.000 prese, con la possibilità di misurarsi su oltre un centinaio di «vie», e con uno dei fronti che riproduce una vera parete di roccia). Il magazzino logistico, basso ed esteso a meridione delle strutture alte, lungo il lato autostradale si trasforma nel profilo dell’aquila, presente nel logo dell’azienda, in virtù del rivestimento poligonale dell’edificio.
Nel complesso trovano spazio gli uffici amministrativi delle società che fanno capo al gruppo Oberalp Salewa (Dymanit, Pomoca Silvretta e Salewa stessa), oltre al dipartimento ricerca e sviluppo, allo showroom e spazio vendita aziendale, a una serie di attrezzature per gli impiegati (centro fitness, asilo nido, spazi mensa, alloggio del custode) e, in un piccolo edificio a parte, un ristorante a servizio dell’area industriale in cui sorge la sede (collocata tuttavia all’interno di un’area verde che rimarrà a disposizione della città altoatesina).
Tutto parte nel 2007, quando con un concorso privato a inviti (cui parteciparono, oltre ai vincitori, Artec, Köberl, Giner e Wucherer, Dominique Perrault, Bearth & Deplazes, Walter Pichler, Mahlknecht e Mutschlechner, Werner Tscholl), il patron Oberrauch sceglie di concentrare in un’unica sede le attività che nel tempo avevano trovato varie collocazioni nell’ambito provinciale, rifiutando le offerte bavaresi in forma di contributi alla costruzione e terreni gratuiti.
Il gruppo di Cino Zucchi Architetti e Park Associati interpreta il desiderio del committente sia di rappresentare il brand della compagnia, sia di comunicare il proprio impegno in campo ambientale. Il rivestimento dei volumi con pannelli in alluminio microforato elettrocolorato (in tre tonalità di grigio/azzurro) modella plasticamente l’altrimenti ovvia forma degli edifici alti (sui lati chiusi, mentre le facciate rivolte a settentrione, vetrate, presentano un aspetto molto più lineare), e la presenza del più grande impianto fotovoltaico dell’Alto Adige (una produzione di 400.000Kw/h, superiore ai consumi dell’edificio), ne fanno un segno che interpreta il rapporto tra attività umana e natura.
In questo contesto, viene confermata la certificazione CasaClima Work&Life (ideata appositamente per le strutture produttive), e di cui la sede Salewa è la prima a fregiarsi. L’attestazione si basa su una serie di criteri tecnici e strategici relativi ai concetti di «natura» (ecologia), «vita» (aspetti socioculturali) e «trasparenza» (economia), a loro volta suddivisi in una serie di sottovoci, la cui valutazione a punti definisce un punteggio globale. Vengono così valutati, oltre alla vita prevista dell’edificio e i suoi effetti sull’ambiente, l’efficienza energetica dell’involucro edilizio e l’efficienza complessiva delle installazioni e dell’edificio, il benessere dei dipendenti e i costi nelle fasi di pianificazione e attuazione mediante un’analisi spesa-profitto. Il progetto si è visto assegnare, per ciascuno dei criteri, il massimo punteggio di Summa cum laude.
Il cristallo d’alluminio è candidato a divenire landmark urbano, grazie anche alla sua posizione di porta meridionale d’accesso alla città. La contemporanea realizzazione del nuovo termovalorizzatore (in cantiere sul lato ovest dell’autostrada, progetto degli svizzeri TBF+partners) istituisce un curioso gioco di rimandi storici (legato alla presenza dei castelli Flavon e Firmiano) e formali, in una sorta di dialogo forzato accentuato anche dagli spazi ristretti entro cui transita l’autostrada. La coppia di edifici, accomunati nelle dimensioni e nel tema progettuale del rivestimento, racconta due storie molto diverse. Se per Salewa prevale una forma dettata dalla necessità simbolica e scolpita grazie ai pannelli di rivestimento (che cela la struttura ingegneristica), l’inceneritore obbedisce alle funzionalità strutturali, mentre il rivestimento che appare dai disegni progettuali non sembra in grado di reggere il confronto. Il vicinissimo castel Firmiano, sulla collina, occhieggia divertito, e ricorda che il punto era particolarmente ambito soprattutto nei secoli passati.
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Last modified: 22 Luglio 2015