Dal 17 settembre è visitabile il museo intitolato a padre Carmelo Seminara da Ganci, che per primo promosse ed eseguì scavi archeologici nellisola dove fu parroco per cinquantanni. Il percorso espositivo, curato dellarcheologa Francesca Spatafora, dirigente del nuovo Servizio Parco archeologico di Himera e delle aree archeologiche di Termini Imerese, presenta soprattutto reperti della Media Età del Bronzo (1400-1200 a.C.), rinvenuti dalla Soprintendenza di Palermo (scavi avviati dal 1974 e ripresi dal 2003) nel Villaggio dei faraglioni, uno degli insediamenti preistorici più importanti del Mediterraneo, abbandonato improvvisamente nel XII secolo a.C. per calamità naturali. Oltre alla preistoria, lesposizione annovera anche reperti di età ellenistica e romana, provenienti da abitato, necropoli e tombe ipogee sulla rocca della Falconiera, a testimonianza della seconda fase di occupazione di Ustica, durata circa dieci secoli a partire dalla fine del IV sec. a.C. Suggestivo il complesso che ospita il museo, detto il «Fosso»: dei «cammaruna» (cameroni) che sullIsola, anticamente luogo di confino, erano destinati a coloro che trasgredivano il regolamento. Fu utilizzato come luogo di espiazione in epoca borbonica e ancora nel Novecento per i dissidenti antifascisti.
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