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Laura MilanWritten by: Professione e Formazione

Milleproroghe. Ci lascerà il prossimo condono?

È passato meno di un anno dagli ultimi «attacchi», uno dei quali contenuti nel decreto Milleproroghe dello scorso anno (cfr. «Il Giornale dell’Architettura» n. 83, p. 4), che il condono edilizio torna a fare parlare di sé. La discussione del Milleproroghe di quest’anno, che con la sua conversione in legge sta impegnando il Parlamento (al momento della stampa di questo giornale le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno dato il loro parere bocciando l’emendamento), ha portato – di nuovo! – al tentativo di riaprire i termini per il condono e le reazioni di associazioni e professionisti. Secondo l’Inu, in Italia, con 3 condoni negli ultimi 26 anni, «l’ipotesi di riaprire i termini è assolutamente inaccettabile. L’abuso edilizio, se è tale, tale deve continuare ad essere considerato… L’emendamento presentato da un gruppo di senatori del Popolo della libertà aprirebbe le porte anche per costruzioni abusive realizzate in aree vincolate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Ogni condono, inoltre, costa per i Comuni da sette a dieci volte di più (per la realizzazione d’infrastrutture e servizi) di quanto non produca in termini di entrate immediate». Anche il Wwf e il Fai rivolgono un appello ai presidenti delle commissioni affinché «dichiarino inammissibili gli emendamenti che, approfittando della distrazione mediatica di questi giorni, vorrebbero estendere gli effetti del condono edilizio del 2003». Per il Cnappc, «di fronte ad una politica che negli ultimi anni non ha saputo dare risposte legislative concrete in ambito urbanistico, architettonico, idrogeologico, l’ipotesi del condono appare evidentemente come una inaccettabile beffa nei confronti della parte sana del Paese». Secondo Amedeo Schiattarella, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, «anche questa volta l’emendamento è inammissibile».

Autore

  • Architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, si laurea e si abilita all’esercizio della professione a Torino. Iscritta all’Ordine degli architetti di Torino, lavora per diversi studi professionali e per il Politecnico di Torino, come borsista e assegnista di ricerca. Ha seguito mostre internazionali, progetti e pubblicazioni su Carlo Mollino e dal 2002 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”, dove segue il settore dedicato alla formazione e all’esercizio della professione. Dal 2010 partecipa attivamente alle iniziative dell’Ordine degli architetti di Torino, come membro di due focus group (Professione creativa e qualità e promozione del progetto) e giurata nella 9° e 10° edizione del Premio Architetture rivelate. Nel 2014 fonda lo studio Comunicarch con Cristiana Chiorino, che, focalizzato sulla comunicazione dell’architettura, fa anche parte del network internazionale Guiding Architects. Co-fondatrice nel 2017 dell’associazione Open House Torino, è attualmente caporedattrice de “Il Giornale dell’Architettura” e curatrice de “Il Giornale dell’architettura, il nostro primo podcast”.

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Last modified: 10 Luglio 2015