Per quanto ironico possa apparire, sembra che il cammino verso lintegrazione europea della Serbia, almeno da un punto di vista architettonico, passi da Novi Beograd, lenorme città satellite modello della pianificazione dellera socialista, costruita a partire da fine anni quaranta lungo la riva sinistra della Sava. È stato infatti finanziato per gran parte dei 20 milioni complessivi dalla Banca europea per gli investimenti il concorso per un Centro di promozione scientifica da realizzarsi entro il 2012 nel Blok 39, uno dei blocchi che rappresentano lunità minima della struttura di Novi Beograd. I risultati, resi noti a dicembre, forse possono sorprendere vista lassenza dei grossi nomi attesi in casi simili. Il primo premio, su 232 proposte, è andato al viennese Wolfgang Tschapeller (il cui studio è dedito più a progetti visionari che alla realizzazione), davanti ai giapponesi Sou Fujimoto Architects e ai locali Red?zi?c & C. Il progetto di Tschapeller (nel disegno) ha il sapore di un manifesto, ricco di citazioni intellettuali del Movimento moderno ma altrettanto influenzato dalla contemporanea ricerca della complessità formale e strutturale. Basato su una griglia in acciaio di 33 x 48 m, ledificio è impostato a unaltezza di 6 m lasciando il suolo libero per la realizzazione di un giardino della scienza e per il raccordo dei percorsi che, attraverso rampe e scale, originano la promenade architettonica lungo cui si affacciano gli spazi del Centro, tra i quali un planetario, una grossa terrazza e aule per conferenze. Lintervento si pone quindi come landmark in una zona finora caratterizzata da serialità e monofunzionalità proprie di uno tra gli ultimi progetti totalitari per larchitettura europea. Più che alle qualità intrinseche dellopera, resta da vedere come ci si rapporterà, in tempi di crisi, allingente eredità della pianificazione socialista, tema che rappresenta la vera sfida per le città dellEuropa dellEst, ben oltre le facili sirene dellarchitettura globalizzata.
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