Londra. Tanti siti, realtà urbane differenti ma caratterizzate da un comune denominatore: la volontà di mostrare e, soprattutto, di mostrarsi. Per i nuovi musei disseminati nel Regno Unito, i progettisti hanno utilizzato tutta la gamma di soluzioni propria dellarchitettura contemporanea, dalle costruzioni iconiche al recupero di edifici dismessi. Firme, approcci ed esiti diversi: a più di dieci anni dallapertura della Tate Modern il museo è ancora considerato un elemento distintivo e la Gran Bretagna resta quel laboratorio progettuale che, come è spesso accaduto, influenzerà lEuropa continentale.
Le inaugurazioni si sono susseguite senza soluzione di continuità dalla primavera, da Margate a Bath, da Glasgow a Bristol. Unappendice estiva ci attende il 19 luglio a Liverpool con il Museo civico del gruppo danese 3XNielsen, edificio costituito da due piattaforme inclinate parzialmente fruibili come passeggiata pubblica. Con un investimento di 85 milioni di sterline, Liverpool ha lambizione di ospitare il più importante museo al mondo di storia socio-culturale e di attrarre, secondo gli amministratori, 750.000 visitatori lanno. Lintervento, esito di un concorso del 2004, sostituisce sul waterfront del fiume Mersey il controverso progetto di Will Alsop per la cosiddetta «Fourth Grace».
Il 16 aprile ha aperto la sequenza dei vernissage Margate, piccolo centro sulla costa orientale dellInghilterra, a novanta minuti di treno da Londra. Nel 2001 qui esisteva già un piccolo museo dedicato al celebre William Turner che, proprio nel Kent, aveva passato parte della sua infanzia ed era tornato più volte a dipingere. Una prima competizione internazionale per la Turner Contemporary, vinta dai norvegesi Snøhetta, è stata annullata nel 2006 per i costi elevati e le difficoltà tecniche di realizzazione. È subentrato ledificio di David Chipperfield Architects, dalla razionale sistemazione planimetrica, semplice ed efficace, con sei rettangoli sfalsati, ciascuno coperto da tetto con spiovente unico (cfr. «Il Giornale dellArchitettura», n. 95).
Il 14 maggio è stato inaugurato a Bath lampliamento dellHolburne Museum, che apre un capitolo di grande interesse nel rapporto tra antico e nuovo. Al termine della Great Pulteney Street, Eric Parry Architects ha operato rispettando la preesistenza, un edificio neoclassico che in passato ha ospitato un hotel e, dal principio del Novecento, un museo. Alle spalle dellantica costruzione, che dalla strada copre visivamente laddizione, Parry ha realizzato unarchitettura che non pretende di rivaleggiare con lesistente ma dintegrarlo con il linguaggio contemporaneo. Il nuovo museo, collegato al precedente attraverso passaggi vetrati, ospita le gallerie espositive temporanee, realizzate per completare la collezione permanente. Completamente vetrato alla base, il volume acquista corpo ai piani superiori con un interessante rivestimento di tipo ceramico.
In sordina, il 17 giugno, ha aperto i battenti il museo di storia cittadina a Bristol, progettato da LAB Architecture Studio, noti per aver realizzato Federation Square a Melbourne. Il nuovo spazio espositivo, denominato M Shed, fa parte di una notevole opera di rigenerazione urbana che lamministrazione sulla costa occidentale dellInghilterra ha intrapreso con vigore e intelligenza. Allinterno di un capannone portuale degli anni cinquanta, M Shed spicca non solo per una funzionale organizzazione e per limmagine coordinata, ma soprattutto per il tentativo di costruire unidentità radicata ai luoghi: sia con il restauro di un edificio anonimo ma evocativo, sia per i pezzi esposti. Per citarne alcuni: i graffiti contemporanei; le tante testimonianze della storia industriale di Bristol conclusasi negli anni settanta; gli strumenti tecnici anni ottanta dei Massive Attack.
A Glasgow, nel punto di confluenza di due corsi dacqua (il Kelvin e il Clyde) Zaha Hadid Architects ha installato un terzo fiume, questa volta «metallico»: il Riverside Museum. Senza dubbio si tratta del più iconico fra i nuovi progetti museali che ha aperto al pubblico il 21 giugno (63.000 visitatori solo nella prima settimana) e ospita il museo dei trasporti. Lesterno, impeccabile nella realizzazione tecnica, è proprio quanto ci si aspetta da Hadid per la sua prima commessa di grande rilievo negli UK: unicona composta da 24.000 pannelli di zinco interrotti dalla facciata che intende simulare lacqua increspata. Internamente i servizi sono confinati alle estremità della pianta per celebrare centralità e dinamismo dello spazio museale. Lirachena, nellesporre le automobili, cita e rievoca sulle pareti di Glasgow il garage parigino Citroën di Laprade e Bazin (1929).
Tre su cinque dei progettisti dei nuovi musei (Chipperfield, Parry e Hadid) si sono diplomati alla londinese Architectural Association, proprio come Rem Koolhaas: per essere una stella del firmamento architettonico non cè dubbio che ci sia bisogno di un training specifico. Nonostante i costi delle strutture espositive siano notevoli (in qualche caso esorbitanti), cominciano a intravedersi alternative culturalmente più consapevoli, radicate ai luoghi, che coltivano il recupero come possibile opzione allimmagine chiassosa. Unipotesi più responsabile che, se nellimmediato mediatico non premia come quella del colpo a effetto, nel lungo periodo può rivelarsi vincente in termini di partecipazione attiva della cittadinanza e di rinnovamento urbano.
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