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Darsena: Ravenna non è Puerto Madero!

La scorsa estate, sul «Corriere della Sera», apparve l’articolo di Ildefonso Falcones Prigionieri dei paradossi, non difendiamo i nostri valori, da cui riporto: «Dalla cultura alla politica all’arte, la nostra società sembra incapace di opporsi all’incompetenza, all’inettitudine, all’oblio di quelli che sono i valori della nostra stessa civiltà. Siamo pronti a difendere la nostra cultura? Io credo di no. Ecco il grande paradosso del nostro tempo».
Tale lettura mi ha incoraggiato a descrivere che cosa sta succedendo nella mia bellissima città. Ravenna ha una storia unica, di oltre duemila anni; è stata l’ultima capitale dell’Impero Romano d’Occidente; oggi vanta ben otto monumenti vincolati dall’Unesco. Un’altra caratteristica che la rende unica è il canale navigabile che la collega al mare. Negli anni ottanta si cominciò a pensare al recupero delle aree dismesse lungo le banchine; erano gli anni d’oro, grazie ai Ferruzzi e poi a Gardini. Dopo varie proposte, nel 2003 il Comune indisse un concorso per la redazione del piano della darsena: vinse lo studio milanese Boeri. Nel progetto l’edilizia è concentrata lungo la banchina, con una serie di grattacieli allineati e un grande parco dietro a essi. Sul lato opposto della darsena, l’edilizia si sviluppa in macro «ciambelle». È il classico esempio di demolizione di tutti i principi che costituiscono la base della progettazione urbanistica della nostra civiltà. Il progetto è completamente avulso dal contesto, potrebbe valere per Dubai o per la periferia di Milano. Grattacieli e «ciambelle» possono essere collocati ovunque, ma non si dovrebbe. Il grande parco dietro la fila dei grattacieli crea un’ulteriore barriera con la città esistente; chi alloggiasse nei grattacieli sarebbe isolato: di fronte avrebbe il canale e dietro il parco. E chi dovrebbe gestire e mantenere in sicurezza 12 ettari di verde? Per chi avesse ancora qualche dubbio, ricordo che nell’edizione 2010 di Eire, la fiera del mercato immobiliare che si svolge a Milano, il progetto della darsena di Ravenna è stato presentato insieme con Puerto Madero di Buenos Aires! Gli obiettivi sono quelli di proiettare la città verso una realtà europea, con architetti di fama internazionale. Ancora una volta, le archistar come alibi.
Mi appello ai ravennati e a tutti coloro che pensano che occorra «… opporsi all’incompetenza, all’inettitudine, all’oblio di quelli che sono i valori della nostra stessa civiltà». Tutti siamo consapevoli della bellezza delle nostre città, tutti siamo consapevoli delle brutture delle nostre periferie: «Ecco il grande paradosso del nostro tempo».

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Last modified: 10 Luglio 2015