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Lo spirito libero e la creatività naturale di Charlotte

Parigi. Numerosi inediti e un ottimo allestimento per la mostra inaugurata lo scorso 7 aprile e realizzata in collaborazione con il Musée Nicéphore Niépce, il Museum für Gestaltung di Zurigo e gli archivi Charlotte Perriand: nuova linfa per lo studio e la comprensione della modernità, attraverso un percorso che offre molteplici chiavi di lettura. L’attività di Charlotte Perriand (1903-1999), spirito libero dotato di straordinaria creatività, è ben nota per il sodalizio con Le Corbusier e Pierre Jeanneret a partire dal 1927; uno degli esiti più celebri della collaborazione è la chaise longue basculante, divenuta icona universale. Meno conosciuti sono gli aspetti legati all’ideazione di questi oggetti, passati alla storia del design. L’analisi del processo progettuale colpisce con gradualità il visitatore della rassegna ospitata dal piccolo gioiello costruito per l’Esposizione universale del 1900.
La mostra è annunciata già all’esterno attraverso il futuribile «Refuge tonneau», un progetto del 1938 destinato ad accogliere otto alpinisti, costruito per la prima volta nel 2010 ed esposto in questa occasione. All’interno del Palais, invece, l’esposizione si confonde inizialmente tra le collezioni del Museo: 14 pezzi realizzati da Perriand tra il 1927 e il 1984 sono «mimetizzati» nella Galerie Tuck, che ospita mobili del XVIII secolo; ancora, nell’area delle raccolte permanenti, sono le meravigliose immagini del Partenone del 1933 (scattate nel corso della partecipazione ai Ciam) e «La grande misère de Paris», il monumentale fotomontaggio del 1936 che rende giustizia all’impegno sociale dell’architetto.
La Hall Jacqueau è il cuore pulsante della mostra, dove si svela con chiarezza il processo creativo attraverso quattro temi principali: il dialogo costruttivo, l’objet trouvé e l’art brut; la montagna; l’albero e la terra. Il comune denominatore delle sezioni è la completa simbiosi dell’uomo con l’elemento naturale, esemplificata da Perriand nel ricordo delle domeniche passate sulle spiagge della Normandia a raccogliere, con Fernand Léger e Pierre Jeanneret, oggetti consumati dal mare, poi divenuti soggetto privilegiato delle sue fotografie e motivo d’ispirazione. Fotografia che si rivela, quindi, strumento di registrazione e mezzo progettuale, come testimoniano le 380 immagini esposte. Un repertorio che utilizza tutte le potenzialità creative dell’apparecchio e della tecnica fotografica, dagli scatti tradizionali a quelli in serie, dal collage al fotomontaggio.
Una mostra riuscita, intensa, da non perdere: per ripensare la modernità (e la contemporaneità) lontana dagli slogan, lontanissima dalla machine à habiter.

«Charlotte Perriand, de la photographie au design», a cura di Gilles Chazal, Sylvain Lecombre, Pernette Perriand e Jacques Barsac, Petit Palais, Parigi, fino al 18 settembre

Autore

  • Marco Iuliano

    Nato a Napoli nel 1973, dove si laurea in Architettura presso l'Università Federico II nel 1997. Presso la University of Liverpool School of Architecture è professore associato e direttore di ricerca del Centre for Architecture and Visual Arts (www.cava-research.org). Ha pubblicato saggi su architettura contemporanea, fotografia e cartografia urbana. Insegna e collabora stabilmente in attività di ricerca con istituzioni Italiane e straniere tra cui il Department of Architecture della Cambridge University, la Faculdade de Arquitectura dell’Universidade do Porto e l’Università di Roma 3. Con Francesca Serrazanetti è autore del volume «Inspiration and Process in Architecture. James Stirling» (Moleskine, 2015). Ha organizzato le Colin Rowe Lecture Series in collaborazione con il Royal Institute of British Architects.

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Last modified: 10 Luglio 2015