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Federica PattiWritten by: Città e Territorio

Facciamo finta che i Bioparchi non siano zoo

Parigi e San Pietroburgo vedranno entrambe la nascita di un bioparco, come si usa oggi chiamare gli zoo in modo politicamente corretto. Nella capitale francese Bernard Tschumi firma un progetto che, per lo storico zoo del Bois de Vincennes aperto nel 1934, cerca un rilancio d’immagine. L’obiettivo è quello di ricreare spazi in cui gli animali, attraverso azioni di camouflage, possano vivere in modo confortevole e i visitatori (attesi 1,4 milioni) immergersi in una forte esperienza emotiva. Sei biozone si estendono per 15 ettari evocando Patagonia, Sahel, Europa, Guyana, Madagascar e Africa equatoriale. Budget previsto, 106 milioni.
Con una proposta molto simile all’Eden Project, realizzato da Sir Nicholas Grimshaw in Cornovaglia nel 2001, gli studi francesi dei paesaggisti TN Plus (Bruno Tanant e Jean Christophe Nani) e degli architetti Beckmann N’Thépé hanno vinto il concorso internazionale per il parco zoologico Primorsky a San Pietroburgo. Trecento ettari di terreno in aperta campagna, che sostituiscono gli esigui spazi dello zoo del 1865 ubicato nel centro storico, offrono un viaggio attraverso gli ecosistemi della Pangea nell’epoca Paleozoica e Mesozoica. Va notato che il medesimo team ha già vinto i concorsi per gli zoo di Vincennes (Francia) nel 2006 e di Helsinki nel 2008. Oggi i bioparchi vogliono riscattare l’immagine degli zoo in cui gli animali vivono prigionieri. È vero che non ci sono più le gabbie tradizionalmente conosciute ma, nonostante la veste educativa e scientifica con la quale si presentano, è difficile non associarli ai più comuni parchi tematici in cui gli animali hanno un ruolo non così diverso da Minnie e Topolino.

Autore

  • Federica Patti

    Architetta e PhD in storia dell’Architettura e dell’Urbanistica si laurea a Torino dopo periodi di studio a Oxford e Mosca. Libera professionista, ricercatrice, insegnante, project manager di eventi culturali, è stata assistant director del Centro di Architettura contemporanea di Mosca. Collabora con "Il Giornale dell’Architettura" dal 2003 e pubblica articoli e saggi su riviste e libri italiani e stranieri; nel 2015 è coloumnist di Exponet. Co-fondatrice dello studio Coex, ha svolto attività didattica al Politecnico di Torino e nel 2012 inizia a insegnare nella scuola secondaria di I grado. Dal 2008 al 2014 è rappresentante dei genitori negli organi collegiali dei servizi educativi della città e nello stesso anno è presidente del Coordinamento genitori di Torino. Dal 2016 al gennaio 2019 è assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della città di Torino

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Last modified: 10 Luglio 2015