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Cristiana ChiorinoWritten by: Città e Territorio

Completati tre lotti della maxi operazione di Lyon Confluence

Sono stati recentemente inaugurati i lotti A, B e C del megaprogetto di trasformazione urbana Lyon Confluence, affidati su gara nel 2004 e commercializzati con i nomi di «Saône Park» (developer Nexity Apollonia con i progettisti Tania Concko, Dusapin & Leclerc e Hervé Vincent), «Lyon Islands» (Bouwfonds e Marignan con Studio Fuksas, Enzo Amantea, Clément Vergely e Franck Vella) e «Monolite» (Ing Real Estate e Atemi con Combarel & Marrec, Mvrdv, Erick van Egeraat, Manuelle Gautrand e Pierre Gautier, in primo piano nella foto). I tre isolati sono attestati sulla nuova darsena conclusa nell’estate. Si tratta di tre programmi misti di uffici e residenze di cui il 44% di alto livello, il 33% di livello medio e il 23% a vocazione sociale. L’intero complesso nel 2006 è diventato il progetto pilota del programma europeo Concerto Renaissance (condotto in partenariato con la città di Saragozza e la Lombardia), che ha comportato un finanziamento della Commissione europea (4,3 milioni) che mira a incoraggiare lo sviluppo di progetti che rispondano ai criteri della Alta qualità ambientale (Hqe, Haute qualità environmentale) con l’80% di energia rinnovabile, la riduzione del 40% del consumo energetico. 660 appartamenti e 15.000 mq di uffici. Il quartiere è stato anche denominato progetto pilota sostenibile da una convenzione stipulata con il Wwf simbolicamente annunciata con l’arrivo di 1.600 panda di cartapesta il giorno dell’inaugurazione.
Il completamento dei tre lotti segna una tappa importante del progetto Lyon Confluence, partito nel 1998 quando il Grand Lyon aveva avviato la riconquista di questi 150 ettari di ex aree industriali in pieno centro cittadino sulla penisola alla confluenza tra Rodano e Saonna affidando a Bohigas, Melot e Mosbach un primo masterplan. Nel 1999 è stata costituita la società di trasformazione urbana «Lyon Confluence» che ha affidato nel 2001 il coordinamento generale a François Grether e al paesaggista Michel Desvigne. Il progetto fu suddiviso in due fasi. La prima (investimento di 1,165 miliardi) che si sviluppa su 40 ettari è frutto di una Zac (Zone d’aménagement concerté) approvata ad aprile 2003 e che dovrebbe essere conclusa nel 2015. Sul fronte edilizio questa operazione riguarda: i tre isolati appena ultimati; due isolati ancora in cantiere; due lotti di edilizia sociale e convenzionata; il polo commerciale a firma di Jean-Paul Viguier (apertura prevista nel 2011); il museo di Coop Himmelb(l)au (drammaticamente in ritardo sul cronoprogramma e fermo agli scavi di fondazione); l’Hôtel de la Région di Christian de Portzamparc (apertura prevista a dicembre ma non confermata). Inoltre, su progetto generale di Latz and Partners, sono stati recuperati e sistemati ex fabbricati industriali convertiti in attività commerciali e culturali (come i silos della Sucrière) e infrastrutture di servizio; si è così configurato un parco urbano che valorizza i segni della storia operaia del sito come binari, carriponte, vasche e campate strutturali. Infine, a livello infrastrutturale, già nel 2005 è stata completata una linea tranviaria che dal centro città porta alla punta della penisola e alcuni ponti. Nel 2009 ha preso il via la seconda fase, affidata al coordinamento degli svizzeri Herzog & deMeuron associati a Desvigne, per cui è stata approvata la seconda Zac a settembre 2010. Con questa seconda fase gli abitanti dovrebbero passare da 7.000 a 17.000.

Autore

  • Cristiana Chiorino

    Torinese (nata nel 1975), architetto e dottore di ricerca in Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica (Politecnico di Torino), è socia dello studio di architettura Comunicarch. Dal 2005 al 2014 è vicecaporedattore de «ll Giornale dell’Architettura», per il quale ha curato gli allegati «Il Magazine dell’Architettura» (selezione della stampa internazionale) e il «Rapporto Annuale Restauro». Ha collaborato alla mostra internazionale «Pier Luigi Nervi: Architettura come sfida» di cui ha curato con Carlo Olmo il catalogo. Collabora con l’associazione Pier Luigi Nervi Project, con una consulenza sulla tutela della sua eredità culturale e del patrimonio delle sue opere. Ha scritto articoli e partecipato a convegni sulla sensibilizzazione alla tutela dell’architettura del Novecento, tema che ha approfondito con il master «Sauvegarde du patrimoine bâti moderne et contemporain» presso l’Institut d’Architecture dell’Università di Ginevra nel 2003. Dal 2011 è membro del consiglio direttivo di Docomomo Italia

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Last modified: 10 Luglio 2015