Visit Sponsor

Davide BorsaWritten by: Progetti

A Milano, scarpette di cristallo per il Broletto

Milano. Il 17 dicembre la giunta di Palazzo Marino ha approvato le linee d’indirizzo relative al nuovo City Center che sarà realizzato nella Loggia dei mercanti del Palazzo della Ragione. Dopo «l’indagine di mercato» a inviti promossa (a dir il vero un po’ in sordina) dalla Direzione centrale del Comune nel 2009, che aveva coinvolto cinque studi di architettura (Fabio Novembre, Michele De Lucchi, Giorgetto Giugiaro, Bdgs Architetti Associati, Italo Rota), a settembre era stato scelto il progetto di massima firmato Rota. L’intervento, che si dovrebbe inaugurare ad aprile, prevede una scatola in vetro, legno e resine, definito da Luca Molinari su «Repubblica» del 13 gennaio «Intervento sofisticato e attuale» con costi che arriveranno a 2 milioni (per ora l’unico sponsor individuato è l’Aem).
More glass boxes per le cenerentole dell’architettura, nobili ma dimesse? Il vetro è chic e non impegna, va su tutto, antico e moderno: per il cinema dei Bpr in corso Vittorio Emanuele, o per la Stazione Centrale. Ora tocca al medioevale Broletto il vestito nuovo dell’imperatore. Perché così nature, non va più? Uovo di colombo oppure astuto merchandising delle sirene dell’ampliamento finto provvisorio per lusingare le soprintendenze e stimolare gli appetiti commerciali?
Che spesso piazze e spazi milanesi siano luoghi contraddittori e irrisolti, sospesi tra funzioni utilitaristiche e assenza di una strategia complessiva di disegno e decoro urbano, non è certo una novità: basti pensare alle Colonne di San Lorenzo, alla Darsena, ai Navigli.
Quale sarà l’impatto di questo progetto? Anche in questo caso, immancabile la polemica con interventi pro e contro (tra tutti Vittorio Sgarbi: «La Loggia dei mercanti è monumento di sé stessa!»), ridimensionamenti dell’iniziativa (il soprintendente ai Beni culturali Alberto Artioli ha imposto la provvisorietà dell’intervento: «Resterà al massimo 5 anni»), mentre l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, senza entrare nel merito del progetto «vigilerà sul rapporto con gli sponsor». Anche in questo caso, come per Brera (per la quale è stata «lanciata» la copertura-valorizzazione del cortile) sembra che alla consultazione seguirà il progetto e non viceversa. Proprio attraverso il progetto forse un po’ più di trasparenza sarebbe stata auspicabile, anche perché l’effetto tamponamento, al di là delle polemiche, potrebbe trasformarsi in un micidiale boomerang, per una delicata location che è anche il pionieristico manifesto della scuola del restauro milanese di conservazione integrale curato da Marco Dezzi Bardeschi con Alberto Grimoldi, Lorenzo Berni e Paolo Maria Farina nel 1978-1986. Opera che ha raggiunto un suo delicato equilibrio estetico-funzionale, anche nei favori del pubblico, nonostante le manutenzioni mancate. Certo il contesto ne uscirebbe radicalmente trasformato. Un ritorno trasparente al passato: la Loggia dei mercanti è stata già «valorizzata» altre volte da tamponamenti nell’Ottocento e come sede provvisoria della Rinascente nel primissimo dopoguerra. Aspettando le immancabili linee guida della Soprintendenza, forse sarebbe necessario per piazza Duomo e dintorni anche un progetto d’immagine coordinata e strategica, da due secoli sempre lasciata in pasto al combinato di estemporanee emergenze commerciali e volubili gusti degli amministratori: they themselves joke about the glass boxes!

Autore

  • Davide Borsa

    Laureato in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi su Cesare Brandi, pubblicata con il titolo Le radici della critica di Cesare Brandi (2000), è dottore di ricerca in Conservazione dell'architettura. È corrispondente del “Giornale dell'Architettura” e ha scritto per “Arte Architettura Ambiente”, “Arcphoto”, “Ananke”, “Il Giornale dell'Arte”. Suoi contributi sono in atti per il seminario internazionale “Theory and Practice in Conservation- A tribute to Cesare Brandi” (Lisbona 2006), per la giornata di studi “Brandi e l’architettura” (Siracusa 2006), per il volume “Razionalismo lariano” con il saggio “Eisenman/Terragni: dalla analogia del linguaggio alla metafora del testo” (2010), per il volume “Guerra monumenti ricostruzione. Architetture e centri storici italiani nel secondo conflitto mondiale” (2011). Ha curato il volume “Memoria e identità del luogo. II progetto della memoria” (2012). Ha fatto parte dello staff curatoriale del Padiglione Architettura Expo 2015 per il ciclo di convegni Milano capitale del moderno. Presso il Politecnico di Milano collabora alla didattica nei corsi di Storia dell'architettura contemporanea, Teoria del restauro, Composizione architettonica e urbana e ai laboratori di Restauro e di Progettazione architettonica.

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 93 times, 1 visits today)
Share
Last modified: 10 Luglio 2015