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Roberta ChionneWritten by: Inchieste

Cosa dice Lucia Arbace, Soprintenente i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici

In una prima fase abbiamo assolto specifiche richieste pervenute dalla struttura commissariale: evacuazione delle opere dalle chiese e dai palazzi, verifiche di dichiarazione di interesse. Abbiamo poi partecipato alla selezione, ormai completata, delle macerie di quattro importanti chiese del centro storico: Santa Maria di Collemaggio, Santa Maria Paganica, Anime Sante e Duomo, che oggi prosegue con la verifica dei cumuli dislocati in aree della città. Caduti finora nel nulla gli appelli per il restauro della fortezza spagnola, già sede dei nostri uffici e del Museo nazionale d’Abruzzo, i nostri sforzi si sono concentrati sul Castello Piccolomini di Celano, riaperto quasi totalmente a luglio 2010 inaugurando mostre d’arte antica. Oggi è nuovamente il monumento più visitato dell’Abruzzo. L’attuale assetto normativo limita molto l’autonomia delle Soprintendenze che non sono più la stazione appaltante dei lavori pubblici, perché questo ruolo è svolto dalle Direzioni Regionali; inoltre, come è ben noto, la struttura commissariale nel 2009 ha avocato a sé ogni potere decisionale e operativo sui beni culturali del cosiddetto cratere. Nonostante ciò, abbiamo inserito, nelle richieste di finanziamento del programma ordinario e fondi lotto, alcuni interventi mirati alla tutela di testimonianze artistiche di particolare pregio. Il principale problema è che possiamo intervenire su affreschi e superfici decorate solo quando l’architettura è stata consolidata, e pertanto sottostare ai tempi, spesso non celeri, degli interventi strutturali, peraltro quasi sempre molto più costosi dei nostri. Inoltre, ci siamo trovati nella difficoltà di spendere i fondi stanziati per lavori che il sisma ha impedito di portare avanti e stiamo preparando richieste di rimodulazione, proponendo delle valide alternative che però, superata la soglia dei 25.000 euro, sono soggette all’autorizzazione ministeriale. Il principale problema dell’Aquila è collegato all’esodo della popolazione dal centro storico verso le nuove periferie, che alle case affiancano i centri commerciali. La città non può e non deve rinunciare al suo centro storico e alle sue attività produttive radicate da secoli. Quale esempio positivo è da citare un episodio dal valore simbolico: il «Trittico di Beffi», capolavoro tardo-gotico del Museo nazionale d’Abruzzo, dopo esser stato esposto in tre diversi prestigiosi musei degli Stati Uniti, è tornato all’Aquila lo scorso mese, e si può ammirare nel cuore del centro storico nella sede della Banca d’Italia.

Autore

  • Roberta Chionne

    Architetta e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino, collabora dal 2002 con “Il Giornale dell’Architettura”, di cui è redattrice dal 2007 al 2014, responsabile in particolare del settore cultura e degli inserti monografici mensili. Iscritta all'Ordine dei giornalisti, è autrice per centri culturali e riviste tra cui «Nigrizia», «Pagina99», «Cer Magazine» e l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, con cui collabora dal 2001 al 2008 al progetto «Polonia tra passato e futuro», curando la sezione architettura della mostra «Costruttivismo in Polonia» (Bollati Boringhieri, 2005). Dal 2010 si occupa di progetti e autori africani che promuovono i valori della sostenibilità e della creatività, scrivendo articoli e saggi tra cui «Made in Mali - Cheick Diallo designer» (Silvana editoriale, 2011)

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Last modified: 10 Luglio 2015