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Roberta ChionneWritten by: Inchieste

Cosa dice Gaetano Fontana, coordinatore della Struttura tecnica di missione

La Struttura tecnica di missione, operativa dal febbraio 2010 con autonomia di contabilità dall’agosto dello stesso anno, opera su tre direttrici: le regole, i finanziamenti, il supporto dei comuni colpiti dal sisma. Gli impegni sono stati rispettati: è stato strutturato il modello di governance, sono state fissate le regole urbanistiche ed edilizie, sia per la ricostruzione sia per la «ripianificazione»; con i piani di ricostruzione è stato affermato il principio di finanziamento «alla pietra», che risolve il problema di tutte quelle tipologie di danno non finanziabili con il sistema delle ordinanze vigente nella fase della prima emergenza; è stato completato il quadro dei massimali di costo, arrivando a comprendere, ad esempio, specifici contributi per il restauro del moderno. In base all’ultimo riscontro contabile, sono state assegnate risorse pari a circa 404 milioni. Le grandi centrali di spesa, per esempio il Provveditorato alle opere pubbliche, il vicecommissario ai beni culturali, l’Ater, stanno programmando e spendendo con regolarità. Per la ricostruzione privata sono stati erogati i finanziamenti richiesti dai comuni per la ricostruzione «leggera». La ricostruzione privata «pesante», quella che riguarda gli edifici più danneggiati, sconta notevoli ritardi. Non per ostacoli burocratici, legislativi, economici e gestionali, che pure ci sono, ma non più che in altri casi in cui sono coinvolti estesi reseaux socio-tecnici. La vicenda del sisma del 6 aprile dimostra la drammatica assenza di una cultura dell’efficacia nei processi di trasformazione del territorio. Un’inadeguatezza che si rileva a tutti i livelli e presso tutti gli attori, fatta salva qualche lodevole eccezione. La Struttura contrasta questa deriva con la terza linea di attività: documenti di visione, indirizzi per l’azione, capitolati speciali, regolamenti tipo, bozze di atti amministrativi ecc. Un’azione di miglioramento della «domanda di ricostruzione», volta verso i nostri interlocutori principali, i comuni, a cui corrisponde l’erogazione di risorse per migliorare l’«offerta di prestazioni» dal mondo universitario e delle professioni. A oggi sono state stipulate o in via di stipulazione convenzioni di assistenza tecnica tra 26 comuni (su 57) e otto tra università ed enti pubblici di ricerca. Sono in stesura i capitolati speciali per le progettazioni delle opere pubbliche di particolare complessità e per i programmi integrati.

Autore

  • Roberta Chionne

    Architetta e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino, collabora dal 2002 con “Il Giornale dell’Architettura”, di cui è redattrice dal 2007 al 2014, responsabile in particolare del settore cultura e degli inserti monografici mensili. Iscritta all'Ordine dei giornalisti, è autrice per centri culturali e riviste tra cui «Nigrizia», «Pagina99», «Cer Magazine» e l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, con cui collabora dal 2001 al 2008 al progetto «Polonia tra passato e futuro», curando la sezione architettura della mostra «Costruttivismo in Polonia» (Bollati Boringhieri, 2005). Dal 2010 si occupa di progetti e autori africani che promuovono i valori della sostenibilità e della creatività, scrivendo articoli e saggi tra cui «Made in Mali - Cheick Diallo designer» (Silvana editoriale, 2011)

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Last modified: 10 Luglio 2015