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Written by: Città e Territorio

Il Mose di Venezia

Il controverso sistema di barriere mobili della laguna di Venezia, il Mose, secondo i dati ufficiali del consorzio Venezia Nuova, concessionario del ministero, a giugno scorso sembrava fosse oltre il 60% del completamento dei lavori. Non sono disponibili date certe per la conclusione dell’opera, un grande cantiere che conta circa 3.000 dipendenti. Per rendersi conto di persona della vastità e dell’entità dei lavori è necessario recarsi alle bocche di porto. Dopo l’elicottero, il sistema più efficace per avere uno sguardo d’insieme dall’alto, è quello di entrare o uscire da Venezia in nave. L’impatto è notevole e dà un’idea delle modificazioni ambientali che si stanno apportando. Nel frattempo, la città è afflitta sempre più spesso da oramai non più straordinarie acque alte di livello crescente e, nonostante le prove sperimentali, non è certo quanto il sistema potrà realmente proteggerla. Di certo invece, ci saranno le spese, proporzionali all’intervento, non quantificabili con precisione sino alla fine degli interventi. E pure certa è la necessità di costose e incessanti manutenzioni al sistema.

Autore

  • Gabriele Toneguzzi

    Architetto, PhD in design, è attivo in vari settori progettuali, in particolare negli allestimenti museali. Dal 2005 scrive per «Il Giornale dell’Architettura». Come contrattista ha svolto didattica a Roma (La Sapienza), Firenze, Ferrara, Padova, San Marino, Venezia (Iuav), ove insegna attualmente. È stato designato visiting professor and researcher semestrale in Portogallo. Ha collaborato con la Chalmers University of Technology di Göteborg

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Last modified: 10 Luglio 2015