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Written by: Progetti

Ranica (Bergamo): il centro culturale Roberto Gritti, di Dap studio e Paola Giaconia

Una biblioteca, un auditorium, uno spazio per l’infanzia, vari locali dedicati alla cultura, al tempo libero e all’incontro. Il centro culturale Roberto Gritti di Ranica, a pochi chilometri da Bergamo, condensa funzioni pubbliche in un unico organismo architettonico. Frutto di un concorso del 2006, la sua realizzazione si è svolta nell’arco di circa due anni e, grazie a un significativo investimento comunale di quasi 4,5 milioni, ha superato le non trascurabili congiunture economiche negative. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta nel 2010 e ha permesso di aprire al pubblico quasi tutte le funzioni previste, a eccezione dello spazio per l’infanzia e del bar, che saranno ultimati nel prossimo futuro.
Il concept progettuale configura un insieme multifunzionale ad alta densità che interpreta le richieste del bando e si adegua alla localizzazione dell’edificio in un’area di contenute dimensioni, attigua al nucleo storico. Questo nuovo luogo della cultura è ideato secondo una modalità sinergica di strutturazione dei servizi pubblici, si rapporta a una dimensione territoriale ampia ed è destinato ad arricchire il patrimonio degli spazi urbani, interponendosi tra la morfologia coesa del centro storico e quella meno densa dei tessuti più recenti. È una sorta di «accumulazione» di attività pubbliche diverse, distribuite su una superficie complessiva di 3.100 mq, il cui volume unitario è scavato da due corti interne e caratterizzato dai flussi pedonali che lo lambiscono e l’attraversano.
Un sistema compositivo essenziale, giocato su geometrie nette, connota l’architettura di un carattere deciso che si manifesta esplicitamente. Il nuovo volume s’impone nel contesto edificato attraverso un’immagine caratterizzata dal fuori scala dimensionale e dal particolare coronamento traslucido la cui omogenea semplicità dissimula il contenuto multifunzionale e avvolge l’edificio unitariamente. Le lastre di policarbonato policromo del volume sospeso si distinguono nettamente dal basamento del piano terra, rivestito invece da un paramento in legno tinto (una soluzione non del tutto convincente) alternato alle superfici intonacate e alle vetrature della biblioteca.
Il disegno al suolo è controllato da una geometria ortogonale che rilegge alcune direttrici della forma urbana esistente, mentre il rapporto con il contesto si affida principalmente al sistema di spazi aperti disposti ai lati dell’edificio. Dalla strada che transita a nord/ovest si distacca una nuova passeggiata che raccoglie i flussi ciclopedonali, li veicola verso gli ingressi e li collega alle vie del centro storico. Verso quest’ultimo si rivolge la testata sud/est, che dialoga direttamente con la corte aperta dell’ex asilo e, in modo indiretto, con il sistema dei luoghi pubblici consolidati.
Le funzioni culturali sono organizzate su due livelli fuori terra, mentre al piano interrato trovano spazio gli archivi comunali e le autorimesse. Le piante sono divise in due specifici settori, separati dal percorso trasversale che seziona il volume e conduce ai vari ingressi. Il piano terra della zona nord è riservato alle future attività educative e ricreative per l’infanzia, mentre al piano superiore trovano posto l’auditorium di circa 100 posti (accessibile anche dalla rampa rettilinea che segna il fronte ovest) e le due grandi sale per le funzioni associative. La biblioteca occupa entrambi i livelli della zona sud, integrata dal volume del bar oggi non accessibile: al piano terra sono situati l’accesso, la reception, la sezione dei bambini e i servizi igienici, mentre il piano superiore è dedicato alle sale di lettura. Tutto è strutturato attorno a una delle due corti interne, una cavità luminosa perforante che ne diviene l’intimo elemento generativo. Le grandi vetrature che la delimitano permettono ai locali di assorbire la luce naturale diffusamente e sono ordite da una struttura metallica che corre libera a doppia altezza grazie all’arretramento del solaio del primo piano. Questo espediente permette la comunicazione visuale fra i due livelli e, insieme alle fenditure che solcano i solai lungo i percorsi distributivi delle sale, consente la percezione continua di uno spazio ben articolato in cui dominano il nitore del bianco delle superfici murarie e degli arredi e la naturalità del legno dei pavimenti. Sostando fra i tavoli della biblioteca si può cogliere il controllo formale, materico, cromatico, la cura per i dettagli costruttivi; ed è piacevole percepire la qualità architettonica che scaturisce dalla particolare attenzione nel disegno dello spazio. Di certo, anche per questo motivo l’intervento ha recentemente ottenuto dall’Ordine degli architetti di Bergamo il riconoscimento del Premio Oab quale migliore opera pubblica realizzata nella provincia nel decennio 2000-2010.

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 10 Luglio 2015