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Silvia MazzaWritten by: Città e Territorio

Messina finalmente pensa al waterfront

Messina. Obiettivo del programma «Porti & Stazioni», promosso nel 2004 dal ministro delle Infrastrutture, è quello di far passare la riqualificazione urbana attraverso la valorizzazione degli 8.000 chilometri di waterfornt lungo la nostra penisola, recuperando aree ferroviarie e portuali da riconnettere al tessuto urbano. Diversi i motivi che ne hanno determinato la battuta di arresto in questi anni: dalla crisi economica alla sostanziale incapacità dei comuni, anche quelli che erano riusciti ad avviare una seria progettazione, di concepire politiche di programmazione di lungo corso, senza che progetti avviati da un’amministrazione fossero azzerati da quella successiva.
Al contrario, a Messina, il Programma innovativo in ambito urbano (Piau), con un finanziamento di quasi 4 milioni che le è valso il terzo posto nella graduatoria nazionale, menzionato all’ultima edizione di Urbanpromo a Venezia, è stato inserito nel più ampio «Piano strategico Messina 2020», concepito dall’assessorato ai Lavori pubblici e sviluppo economico guidato da Gianfranco Scoglio. Ma c’è di più. Nella città peloritana il progetto assume un significato del tutto particolare rispetto al panorama nazionale: è un ponte lanciato verso il futuro, ma anche il primo vero tentativo di rispondere alla necessità storica di ridare un’identità alla città che dopo il 1908 è riuscita solo a cancellare il suo illustre passato (piano regolatore Borzì del 1911).
Al centro del Piau, che si avvale dell’intesa del Comune con i ministeri delle Infrastrutture e della Difesa, Rfi, Regione e Autorità portuale, la rigenerazione di un tratto costiero di 7 chilometri nella parte sud della città, dalla Zona falcata agli approdi di Tremestieri, segnato dal degrado (aree industriali dismesse o sottoutilizzate), e la sua riconnessione alla città acquisendo le aree occupate dalla ferrovia, attuale barriera verso il mare, grazie al previsto trasferimento della stazione a Gazzi. Mentre per la trasformazione della via Marina è stato redatto il progetto definitivo a firma di 3TI Progetti Italia, per lo sviluppo del porto commerciale e la piastra logistica di Tremestieri è atteso ai primi di gennaio un apposito bando.
Il progetto in corso di espletamento, pubblicato a fine novembre con consegna domande il 4 febbraio (importo di 1,25 milioni e primo premio di 120.000 euro), è incentrato invece sulla redazione di un piano integrato per la riqualificazione dell’area Stazione marittima – Santa Cecilia, che prevede un centro servizi nelle aree ferroviarie liberate, un parco urbano di ricucitura tra la real cittadella e il porto storico, e il porticciolo per il diportismo nell’area di Santa Cecilia. I concorrenti in particolare dovranno presentare un concept che approfondisca i temi del masterplan (esteso anche all’area oggetto del prossimo stralcio) consegnato nel 2009 da un gruppo guidato dai catalani Mbm Arquitectes (Oriol Bohigas) e ne verifichi la fattibilità tecnica, un masterplan di dettaglio dell’area d’intervento e la progettazione preliminare dei suddetti centro servizi e parco urbano. Si cerca in sostanza una proposta in grado di attrarre capitali privati a cui punta già il modello di governance individuato dal Piano, mentre per la realizzazione delle opere complementari a totale contributo pubblico si guarda anche agli oneri di costruzione del ponte sullo Stretto (per le cui architetture connesse è stato incaricato con affidamento diretto a inizio gennaio Daniel Libeskind). Il che non significa peraltro, precisa l’assessore Scoglio, che la fattibilità finanziaria sia condizionata dalla megaopera, e comunque sul tavolo ci sarebbe già l’impegno della società Stretto di Messina a destinare importanti finanziamenti nell’ambito delle opere strategiche collegate al ponte che andrebbero a coprire anche gli interventi di riqualificazione previsti dal Piau.
Il progetto peraltro non potrà prescindere dal confrontarsi con la più ampia ottica di un waterfront dell’area dello Stretto: dal dialogo cioè con il nuovo fronte mare ideato da Zaha Hadid per Reggio Calabria, in fase di progettazione esecutiva (la consegna è tuttavia attesa dal settembre scorso).

Autore

  • Silvia Mazza

    Storica dell’arte e giornalista, scrive su “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giornale dell’Architettura” e “The Art Newspaper”. Le sue inchieste sono state citate dal “Corriere della Sera” e dal compianto Folco Quilici nel suo ultimo libro Tutt'attorno la Sicilia: Un'avventura di mare (Utet, Torino 2017). Dal 2019 collabora col MART di Rovereto e dallo stesso anno ha iniziato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia”. Dal 2006 al 2012 è stata corrispondente per il quotidiano “America Oggi” (New Jersey), titolare della rubrica di “Arte e Cultura” del magazine domenicale “Oggi 7”. Con un diploma di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, ha una formazione specifica nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo al progetto europeo “Noè” (Carta tematica di rischio vulcanico della Regione Sicilia) e alla “Carta del rischio del patrimonio culturale”. Autrice di saggi, in particolare, sull’arte e l’architettura medievale, e sulla scultura dal Rinascimento al Barocco, ha partecipato a convegni su temi d’arte, sul recupero e la ridestinazione del patrimonio architettonico-urbanistico e ideato conferenze e dibattiti, organizzati con Legambiente e Italia Nostra, sulle criticità dei beni culturali “a statuto speciale”, di cui è profonda conoscitrice.

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Last modified: 10 Luglio 2015