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Un impegno straordinario per gli architetti italiani

L’appuntamento delle elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale degli Architetti è stata l’occasione per tutto il sistema ordinistico italiano di svolgere un lungo percorso di riflessione approfondimento e confronto sul futuro di questo organismo.
Abbiamo adottato un metodo di lavoro che, sin dall’inizio, si è basato sulla condivisione di analisi, proposte e progetti e sulla massima apertura al contributo di tutti rifiutando logiche fondate su alleanze numeriche o accordi di potere. Questo approccio si è rivelato straordinariamente fecondo.
Ha consentito, nel tempo, una partecipazione sempre più ampia al dibattito di Ordini provinciali e Federazioni regionali e ha prodotto una grande ricchezza di idee. Grazie a questo grande lavoro corale si è riusciti a elaborare un programma finalizzato a un profondo rinnovamento dell’azione del Consiglio nazionale, delle sue politiche, della sua gestione e di tutte le forme di partecipazione attiva all’elaborazione delle strategie per ridare un senso all’Architettura e alla figura professionale dell’Architetto nel nostro paese. Un programma che parte dalla necessità, nei prossimi cinque anni, di avviare prima di tutto una significativa riforma dell’architettura istituzionale delle nostre forme di rappresentanza.
È indispensabile rafforzare ulteriormente il ruolo e i compiti della Conferenza degli Ordini, luogo privilegiato di confronto, valutazione e indirizzo delle nostre politiche, e rendere sempre più efficienti i suoi strumenti organizzativi.
Altrettanto importante è rafforzare la rete degli Ordini provinciali, lo scambio di informazioni e buone pratiche, di iniziative e progetti. Una rete che possa disporre di un sistema di servizi centralizzato e di una consulenza efficace e di reale supporto al lavoro nei territori.
In tale contesto deve essere resa sistematica l’organizzazione di congressi provinciali, regionali e nazionali e occorre assumere l’impegno di realizzare un Congresso nazionale entro i primi 6 mesi del mandato.
Bisogna rendere sempre più trasparenti e condivise le scelte sull’impiego delle risorse economiche del cnappc portando in discussione i bilanci preventivi nella Conferenza degli Ordini, e avviare rapidamente un’opera di razionalizzazione dei costi e dell’organizzazione della struttura nazionale.
Occorre procedere in tempi brevi all’istituzione di un centro studi che sappia elaborare analisi, indagini, statistiche a supporto delle politiche e di un osservatorio legislativo che possa monitorare costantemente, a tutti i livelli, le dinamiche delle iniziative politiche nel nostro settore.
Ulteriori impegni dovranno concretizzarsi nella creazione di un ufficio degli architetti italiani a Bruxelles, nella convinzione che le politiche di livello europeo abbiamo oramai una decisiva centralità per l’architettura, e un ufficio per l’internazionalizzazione che favorisca azioni e accordi per l’esportazione della progettazione italiana nel mondo.
È necessario incrementare le relazioni e le azioni di lobbing nei confronti del mondo politico, economico, finanziario e imprenditoriale, delle pubbliche amministrazioni, delle università, sviluppando un sistema di alleanze che sappia dare maggiore forza alle nostre politiche.
Occorre sviluppare un lavoro straordinario del cnappc per disegnare, insieme a tutti gli Ordini italiani, un nuovo sistema di formazione e aggiornamento professionale continuo per i nostri iscritti che possa favorire l’offerta alla collettività di attività professionali di alto livello qualitativo.
Questi gli strumenti.
L’obiettivo è chiaro a tutti: dobbiamo produrre uno sforzo eccezionale per restituire il diritto all’architettura ai cittadini italiani, per riaffermare i principi dell’articolo 9 della nostra Costituzione, per suscitare una nuova domanda di qualità nelle trasformazioni e nel governo del territorio, per restituire alla professione di architetto quel ruolo e quella dignità «pubblica» di protagonista della configurazione dei paesaggi e dei nostri ambienti di vita.
Per farlo è decisivo porre in campo strategie forti e molto concrete che consentano di modificare radicalmente il codice degli appalti pubblici, il sistema di regole che governa le competenze professionali, il diritto a un equo compenso per il nostro lavoro, il miglioramento della condizione professionale delle donne e dei giovani architetti.
Altrettanto importante è riformare in senso molto più professionalizzante i nostri percorsi universitari, il sistema di accesso alla professione e i tirocini, consapevoli che occorrerà prima o poi affrontare il problema del numero «patologico» di architetti presenti nel nostro paese.
Non da ultimo sarà necessario lavorare con coraggio per una riforma dell’intero sistema ordinistico italiano a partire dalla valorizzazione del suo ruolo di garanzia di interessi collettivi.
Per affrontare queste sfide occorre un nuovo Consiglio Nazionale caratterizzato da una forte coesione e, sopratutto, composto da persone di qualità e competenza.
Ci auguriamo, pertanto, che proprio il progetto per un nuovo cnappc divenga fattore di forte aggregazione e di unità, consapevoli dello straordinario impegno che vogliamo assumerci per il futuro degli architetti italiani.

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Last modified: 10 Luglio 2015