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Luca GibelloWritten by: Inchieste

I progetti/5: stazione centrale, rinnovata ma indigesta

Che da più parti si levino voci critiche contro il «restyling» dell’edificio monumentale costruito su progetto di Ulisse Stacchini nel 1925-1931 non è una novità. Il fatto che la riqualificazione abbia trasformato parte dell’edificio in uno shopping center, con difficoltà di orientamento nel reperire l’accesso ai treni, è infatti una costante di tutti gli interventi rientranti nel progetto «Grandi Stazioni», varato dal Gruppo Ferrovie e in fase di attuazione per 13 principali scali ferroviari nazionali. Ma due sono gli aspetti che a Milano acuiscono il senso di disagio nel viaggiatore. Per chi giunge in stazione dalla metropolitana, la non unidirezionalità del percorso di avvicinamento ai treni, che obbliga a utilizzare due rampe disposte perpendicolarmente rispetto al naturale senso di marcia. Per chi scende dai treni, la visione della controfacciata al termine di binari e banchine: dei tre fornici che definiscono gli archi centrali di passaggio al vestibolo superiore, due sono occupati da maxischermi che proiettano in loop filmati pubblicitari, con affetto fastidiosamente ipnotizzante; più in alto, scende dall’intradosso della copertura metallica un unico grande cartellone pubblicitario sagomato nel lembo inferiore secondo le cornici modanate del muro, occultandolo in gran parte; ai fianchi, gli ammezzati dei servizi di ristoro occultano la percezione delle campate laterali. L’effetto è di autentico soffocamento, a tutto discapito del pregevole restauro che invece si può ammirare nell’incommensurabile atrio centrale, rimasto però quasi privo di funzione, visto che le biglietterie sono state spostate nei sotterranei.

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 al 2024 è direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 13 Luglio 2015