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Written by: Design

La collezione del Compasso d’oro si cura a Venaria

Riconosciuta ufficialmente nell’aprile 2004 dal ministero per i Beni e le attività culturali come patrimonio culturale nazionale, la collezione del Compasso d’oro, il prestigioso premio di design istituito nel 1954 a Milano per promuovere l’innovazione e la qualità del prodotto industriale, appartiene alla Fondazione Adi e consta dei circa 270 pezzi di volta in volta vincitori, e dei 2.000 pezzi che sono stati solo selezionati. L’accordo siglato tra l’Adi e il Centro conservazione e restauro «La Venaria Reale» prevede la disponibilità dello sponsor, i fratelli Miroglio di Alba, a farsi carico del restauro (per un costo totale di 300.000 euro). Il restauro richiederà un tempo di tre anni e verrà svolto sotto la supervisione di Enrico Morteo, curatore della collezione. In una prima fase verranno restaurati gli oggetti vincitori delle 21 edizioni del premio, che verranno esposti a maggio presso la Galleria Nazionale a Roma, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Nel panorama nazionale e internazionale, il restauro degli oggetti di design non è ancora una disciplina molto approfondita, in quanto sono ancora in corso studi e ricerche sull’idoneità delle metodologie operative, per ora limitate alla conservazione passiva. Le collezioni di design sono costituite da oggetti molto diversi per il loro vissuto, le tipologie d’uso, i materiali, le tecnologie e dimensioni, che tendenzialmente convivono in uno stesso ambiente ma che possiedono deperibilità differenti nel tempo. Per impostare una corretta opera di conservazione è necessario il lavoro sinergico tra figure professionali distinte (storico, chimico, restauratore e conservatore) che operano nel medesimo ambito. Recuperare una collezione di design significa non esimersi dal considerare la valenza storica, artistica, estetica, funzionale di un oggetto. I dati rilevati confluiscono in una completa documentazione che costituisce un contributo indispensabile per una corretta gestione conservativa e per impostare eventuali interventi di restauro. La diagnostica è necessaria per la caratterizzazione dei materiali, per comprendere i processi di degrado e il comportamento dei materiali nell’ambiente. I problemi relativi alla conservazione si complicano quando si opera sulle materie plastiche. Infatti una medesima plastica, per esempio PE, costituente due oggetti differenti, può manifestare anche segni di degrado distinti.
La scimmietta giocattolo «ZiZi» di Bruno Munari (1953), in poliuretano espanso armato, sarà uno dei primi pazienti a necessitare di restauro. Il poliuretano degradato è un materiale soggetto a polverizzazione. Per conservarlo bisognerà operare un consolidamento, accertandosi che il prodotto consolidante non alteri l’aspetto e la consistenza del giocattolo. Per fare questa operazione bisognerà prima analizzare la tipologia del poliuretano, verificare l’idoneità del prodotto e individuare la modalità con cui applicarlo. I processi industriali e la tecnologia che hanno coinvolto la produzione dell’industrial design si sono velocemente modificati ed evoluti influenzando e trasformando notevolmente lo stesso «mestiere» del restauratore. Oggi infatti ci si deve interfacciare con l’industria e, talvolta, usufruire di strumentazioni o prodotti di alta tecnologia per eseguire specifiche operazioni di recupero.
Con questa convenzione, il Centro di Venaria si apre alla conservazione del design, finora affrontata solamente da singole realtà.

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Last modified: 13 Luglio 2015