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Milena FarinaWritten by: Città e Territorio

A Malafede c’è anche buona fede

È stato consacrato il 23 ottobre il nuovo complesso parrocchiale San Pio da Pietrelcina (costo, 4 milioni), realizzato a seguito del concorso bandito nel 2005 dal Vicariato di Roma (Opera romana per la preservazione della fede e la provvista di nuove Chiese in Roma) in uno dei nuovi quartieri targati Caltagirone, sorti negli ultimi anni in svariati angoli della periferia. Qui siamo in località Malafede, subito oltre il Grande raccordo anulare nella direzione che porta a Ostia attraverso la via Cristoforo Colombo e la via del Mare, tra villette unifamiliari e tratti di agro romano ancora intatti. Come in ogni altro luogo, il quartiere costruito da Caltagirone assegna un ruolo centrale alla viabilità carrabile con ampie strade, rotonde ossessive e grandi parcheggi ma marciapiedi ridotti al lumicino, visto che scarseggiano gli spazi pubblici da raggiungere. Il complesso religioso (2.995 mq, la cui prima pietra è stata posata a fine 2007) s’inserisce con sensibilità nel lotto, circondato dalle tipiche palazzine «terrazzatissime», riuscendo a definire un nuovo spazio pubblico di quartiere. I fronti delle case stesse e del nuovo edificio che ospita gli uffici, le aule per la catechesi e la sagrestia danno forma all’ampio sagrato che conduce naturalmente verso l’interno della chiesa, al di sotto dell’elegante e originale copertura. Si suggerisce l’idea di una chiesa aperta, dove tutta la comunità è chiamata a riunirsi. Lo spazio suggestivo e luminoso dell’aula (800 mq) è definito da una superficie complessa che raccorda le tre curve della facciata principale all’unico arco parabolico del fronte retrostante. Per ragioni economiche e tecniche (minor peso e maggiore facilità di posa in opera), la struttura è in acciaio: due grandi travi di bordo sono collegate da una serie di travi rette deformate con una torsione in modo da assecondarne la curvatura variabile. Una complessità strutturale nascosta dal controsoffitto continuo che ricostruisce la geometria definendo un’unica superficie bianca che riflette la luce. L’estradosso risulta altrettanto uniforme e curato grazie all’uso originale del gres porcellanato in frammenti, restituendo l’impressione di un intervento di qualità anche nella visione dalle case circostanti. n M.F.

Progetto: Studio Architettura Anselmi & Associati (Alessandro Anselmi, Valentino Anselmi, Valerio Palmieri) con Diego Bisiach e Davide Tinto; strutture: Fabio Brancaleoni; impianti: Mauro Angeletti; consulenza artistica e progetto arredi liturgici: Studio progettoArte; vetrate artistiche: Giorgio Funaro; impresa: Iace Spa; carpenterie metalliche: Gallese meccanica industriale; impermeabilizzazioni: Kerakoll; pavimenti: Casalgrande Padana

Autore

  • Milena Farina

    Nata a Roma (1977), si laurea nel 2002 all’Università di Roma Tre, dove è Professoressa associata di Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Architettura. Nella sua attività di ricerca si occupa in special modo dello spazio dell’abitare nella città moderna e contemporanea. È autrice dei libri “Spazi e figure dell’abitare. Il progetto della residenza contemporanea in Olanda” (Quodlibet 2012), “Borgate romane. Storia e forma urbana” (Libria, 2017), Colonie estive su due mari. Rovine, progetto e restauro del moderno (GBE, 2021). Nel 2008 ha fondato con Mariella Annese lo studio Factory Architettura. Dal 2004 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”

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Last modified: 18 Aprile 2016