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Iannis Xenakis, visionario precursore dei tempi

Los Angeles. La ricerca dell’ordine e dell’armonia può portare al perseguimento di obiettivi comuni indipendentemente dall’ambito artistico, tanto che in ogni epoca storica si può notare una certa uniformità estetica tra l’architettura e la musica. Il lavoro di Iannis Xenakis (1922-2001), come dimostrano gli spartiti musicali e i progetti architettonici presentati nella mostra itinerante già ospitata presso il Centre canadien d’architecture di Montréal, rappresenta il tentativo di applicare le logiche matematiche alla composizione architettonica e musicale. E l’ultima parola che lo definisce, nel titolo della mostra, visionnaire, sottolinea come il suo percorso esplorasse temi cari al mondo contemporaneo. Di origine greca ma cresciuto in Romania, Xenakis consegue la laurea in ingegneria civile nel 1946 presso l’Università di Atene. Lasciato il suo paese per la Francia, Xenakis nel 1947 prende servizio presso Le Corbusier con l’incarico di risolvere, in qualità d’ingegnere, problemi legati a opere quali l’Unité d’habitation di Marsiglia, il convento della Tourette e, in particolare, il padiglione Philips realizzato per l’Esposizione universale di Bruxelles del 1958. Sviluppa nel frattempo una solida competenza musicale seguendo corsi al Conservatorio a Parigi, dove Olivier Messiaen lo incoraggia a «mettere a frutto, musicalmente, le sue origini greche e le sue competenze matematiche e architettoniche», conducendolo a sperimentazioni di grande interesse che preannunciano la passione contemporanea per l’utilizzo degli algoritmi in architettura.
Rifugiato politico di sinistra in Francia, Xenakis diventa ufficialmente un artista nel 1957, quando lascia lo studio di Le Corbusier. Il pragmatismo e l’opportunismo sociale, così caratteristici dell’etica del nostro tempo, il carisma e la fotogenia tracciano per Xenakis una carriera internazionale. Inizialmente borsista finanziato dalla Fondazione Ford, è invitato a realizzare un’istallazione musicale e architettonica nel padiglione francese all’Expo di Montréal del 1967. Sarà inoltre regista di uno spettacolo multimediale a Persepoli che si rivelerà all’altezza delle ambizioni dello scià di Persia.
Al di là dell’apprezzamento per un approccio tanto imprevedibile quanto rigoroso, occorre ancora analizzare criticamente il risultato, tangibile e sonoro, del lavoro di Xenakis. Molte delle sue opere offrono un ventaglio di soluzioni caratterizzate dall’utilizzo di metodi in cui la logica scientifica sembra aver la meglio sul discernimento dell’intenzione artistica. Tuttavia, una breve animazione di un «Clair de lune» di Claude Debussy, antenata degli effetti grafici mp3 proposti da i-Tunes, trasforma in immagine l’ordine e l’armonia dell’opera musicale, traducendo alla perfezione l’eleganza della partitura grazie alla composizione formale e all’uso dei colori. Le caratteristiche strutturali dell’opera musicale sembrano offrire a Xenakis l’occasione di gestire l’essenza della sua ricerca tra la forma musicale, la forma grafica e quella spaziale, dandoci una lezione anticipatrice su ciò che è possibile realizzare tecnicamente e su ciò che invece ha senso.
Accompagna la mostra un catalogo esaustivo a opera delle curatrici, Sharon Kanah e Carey Lovelace.

Iannis Xenakis: compositeur, architecte, visionnaire, a cura di Sharon Kanah e Carey Lovelace. Los Angeles, Museum of Contemporary Art, fino al 4 febbraio

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Last modified: 13 Luglio 2015