Abu Dhabi. Dal primo sguardo al video promozionale dellintervento, sembra la visione di una città del futuro, sulla scia delle immagini, talvolta inquietanti, dei film di fantascienza; e invece il Ferrari World di Abu Dhabi è un progetto reale, costruito in tre anni di cantiere, alla vigilia della sua apertura al pubblico. Promosso dalla Aldar Properties Pjsc (importante società di sviluppo immobiliare locale) attraverso Mubadala (fondo dinvestimento del governo di Abu Dhabi, che detiene il 5% delle azioni Ferrari), si tratta del parco tematico più grande del suo genere e rappresenta il cuore di una serie dinterventi per lintrattenimento di un pubblico selezionato; coloro che potranno permettersi il lusso di accedere a Yas Island, sorta di «isola dei sogni» che su 2.500 ettari di superficie propone in costruzioni recentemente ultimate un susseguirsi di hotel, parchi, residenze di lusso, golf club, complessi per lo shopping e club nautici.
Il lancio delloperazione senza precedenti ha coinvolto grandi multinazionali dellentertainment come la Profun Management Group Inc e la Farah Leisure Parks Management LLC. Queste hanno accompagnato le scelte relative al programma funzionale di Ferrari World, lasciando la «progettazione-packaging» a Benoy, società di architetti, pianificatori e designer con sedi in Gran Bretagna, Hong Kong, Shanghai, Abu Dhabi, Singapore e Mumbai.
La dimensione dellinvestimento, colossale quanto preoccupante, emerge non soltanto dai nomi dei promotori, ma dallestensione stessa della smisurata stella rossa, che con distanze di 700 m da punta a punta copre unarea di circa 200.000 mq. La copertura, in lastre di metallo ad alto isolamento termico, sdoganata come rielaborazione formale della scocca della celebre auto da corsa, ha la funzione di proteggere dal torrido clima esterno lo spazio sottostante, destinato al divertimento e allo svago. Un atteggiamento di disimpegno edonistico che dimostra la mancanza di qualsiasi preoccupazione per gli impatti ambientali. Questa sorta di duna artificiale, per cui sono state utilizzate oltre 35.000 tonnellate di acciaio, è racchiusa da vetrate laterali, anchesse in materiale altamente termoisolante; presenta unaltezza media di circa 40 m e ospita una ventina di attrazioni, abilmente studiate per celebrare lauto dal cavallino rampante. Fra di esse, alcune destinate ai più piccoli (Junior Training Camp e Junior GT per le prime esperienze in F1) e molte agli adulti, come le aree riservate alle proiezioni e alle corse virtuali (Made in Maranello, Cinema Maranello, Scuderia Challenge, The Pit Wal) o quelle per le corse reali (V12, Speed of Magic e Formula Rossa, le montagne russe più veloci del mondo e infine G-Force, la torre centrale alta 62 m per la caduta libera), insieme a spazi espositivi dove poter vedere tutte le Ferrari finora prodotte insieme a prototipi i`nediti.
Nel grande gioco, non potevano mancare una serie di ambienti come BellItalia o Viaggio in Italia, in cui sono astutamente riprodotte le meraviglie e le atmosfere del Bel Paese; i ristoranti e gli shopping center completano lofferta del sogno italiano da souvenir.
Come realizzazione rappresentativa del brand, il Ferrari World di Abu Dhabi vanta forse una serie di primati, dimenticando tuttavia che linseguimento della logica di pole position nel mondo commerciale può portare al sorpasso di valori come la sostenibilità ambientale o lattenzione al contesto paesaggistico. Ma questo vale per tutta ledilizia degli Emirati Arabi.
Articoli recenti
- Design biofilico: quando la natura incontra l’architettura 20 Giugno 2025
- Shanghai, semi di cultura tra finanza e gentrification 18 Giugno 2025
- Pierre Nora (1931-2025) 18 Giugno 2025
- Archi lignei e pannelli traslucidi. Il Serpentine 2025 è una capsula poco vivace 17 Giugno 2025
- Ritratti di città. Tokyo, grande e piccolo nella metropoli che non si ferma 16 Giugno 2025
- Il paesaggio: progetto culturale e utopia del buon vivere 15 Giugno 2025
- Versailles, quanta vita nella città palazzo 11 Giugno 2025
- Expo di Osaka, la ricetta della felicità è un grande Ring in legno 11 Giugno 2025
- Ordine e caos nel giardino mediterraneo 10 Giugno 2025
- Architetti intellettuali e italofilia novecentesca 10 Giugno 2025
- Venezia, Roma e Ferrara per festeggiare un trentennale 4 Giugno 2025
- Il Maxxi compie 15 anni: festa tra design, arte e stadi 2 Giugno 2025
- Victoria&Albert: il museo è un deposito, e viceversa 1 Giugno 2025
- Conflitti e informalità contro le disuguaglianze 30 Maggio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata