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Rachele MichinelliWritten by: Progetti

Le nostre segnalazioni: i luoghi del commercio, così tradizionali, così moderni

Tradizione e modernità negli spazi per il commercio acquisiscono valenze diverse rispetto al contesto urbano: è il primo dato che emerge dall’osservazione dei progetti selezionati.
Permeabile alla città e a essa integrato, il vecchio mercato rionale costituisce un luogo peculiare d’incontro e socialità, la piazza dove lo scambio e l’acquisto avvengono nella moltitudine di odori e colori della merce esposta; è lo spazio in cui il tono alto dei venditori sovrasta il rumore della gente, mischiato al brusio del traffico delle strade circostanti.
Le caratteristiche che rendono peculiare lo svolgimento delle attività degli ambulanti sono state mantenute nei due progetti di Celje e di Istanbul in cui il nuovo mercato, in entrambi i casi, occupa il posto del preesistente per offrire una struttura aperta al tessuto storico circostante. La copertura, realizzata con minor numero possibile di appoggi, rappresenta l’essenziale riparo per una vendita che deve avvenire in modo diretto, non mediato. Questi sono anche gli spazi di cui la città, esaurito il tempo della vendita, torna ad appropriarsi.
Sono invece diverse le nuove logiche del commercio: nessuna disposizione di progetto è casuale e i layout interni sono il risultato di un attento studio delle dinamiche di marketing, cosicché la composizione geometrica diventa una componente essenziale all’ottenimento del massimo profitto. Il progetto degli spazi interni deve quindi poter garantire quella flessibilità utile ad assorbire i continui cambiamenti dovuti alle necessità di mercato.
In questa ottica le realizzazioni commerciali, come quelle di Belgrado e di Bristol, sono per lo più costruzioni poco permeabili all’esterno e che, mostrando un guscio attrattivo, incentivano l’esplorazione del contenuto. Per le ingenti dimensioni, questi complessi costituiscono una sorta di «città nella città» e assolvono la loro funzione urbana offrendosi come landmark; i grandi edifici diventano allora sculture fuori scala in cui il rivestimento delle volumetrie esterne traduce spesso l’identità dell’opera.
Il progetto di Nieto y Sobejano realizzato a Madrid, sebbene sia una struttura temporanea, è invece il punto di mediazione fra questi due modelli di tipologia commerciale, in quanto coniuga caratteristiche di tradizione e modernità in un impianto fortemente integrato al contesto che contribuisce a rendere l’intervento il motore della riqualificazione della piazza e dell’intero quartiere.

Autore

  • Rachele Michinelli

    Laureata in Architettura a Ferrara nel 2002, dal 2001 al 2003 lavora a Parigi. Nel 2007 è visiting professor all’Universidad Nacional de Colombia di Bogotà. Nel 2009 consegue il dottorato presso il Politecnico di Torino. Dal 2006 collabora con Il Giornale dell’Architettura. Dal 2013 al 2015 è docente a contratto presso il Politecnico di Torino, nell’a.a. 2016/17 tutor presso l’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e Torino. Dopo una decennale esperienza come project manager e consulente alla direzione presso Studio Rolla per la gestione d'importanti trasformazioni urbane, fra cui il nuovo stadio della Juventus a Torino, nel 2018 fonda il proprio studio Viadelpino a Genova, occupandosi principalmente di consulenze procedurali e tecnico amministrative

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Last modified: 14 Luglio 2015