Quando le politiche europee in materia dimmigrazione si muovono per la maggior parte in senso restrittivo, i conseguenti spazi edificati avranno analoghe caratteristiche di esclusione e repressione. È il caso dei cosiddetti centri di detenzione per immigrati illegali, che da tema esclusivamente politico può trasformarsi in occasione dincarico per architetti in seguito a concorso. Vale ad esempio per il centro di espulsione di Vordenberg (Austria), per il quale è stato bandito un concorso europeo che ha visto imporsi i viennesi Sue Architekten con una proposta che tenta di mitigare per quanto possibile laspetto repressivo di un edificio che «ospiterà» persone non sottoposte a nessun tipo di pena ma soltanto in attesa di espulsione. Resta da verificare se, per un incarico così delicato, venga lasciata ai progettisti la possibilità di portare un valore aggiunto allopera o se il tutto si riduca a una mera operazione propagandistica.
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