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Luigi CentolaWritten by: Inchieste

Dalla Maddalena all’Expo, una proposta di risarcimento

Dopo l’esperienza vissuta, anche al professor Boeri appare chiaro ciò che molti sostengono da tempo: «Il vero punto da discutere è che la formula dell’appalto integrato toglie ai progettisti ogni serio controllo e potere decisionale sul cantiere, sui costi, sui fornitori… Forse il mio unico errore è stato di accettare di lavorare entro questa formula…». In tre momenti l’architetto Boeri avrebbe potuto:
– rinunciare al primo incarico di consulenza per gli assetti urbanistici e architettonici offerto da Soru e Bertolaso come hanno fatto i colleghi Cucinella e Antonucci;
– rinunciare al secondo incarico di consulenza per il preliminare dato dalla Struttura di missione di Balducci essendo nota la scelta di appalto integrato su preliminare;
– rinunciare al terzo incarico di consulenza per il definitivo e l’esecutivo affidato dall’impresa Anemone.
Se per il G8 possiamo comprendere l’ambizione di un progettista emergente legato alla propria terra di adozione e di vacanza, più difficile è accettare il reiterarsi delle consulenze affidate dalla politica con il pretesto dell’urgenza che consentono di bypassare le procedure ordinarie e orientare gli appalti.
In ogni caso, facendo tesoro dell’esperienza sarda, constatiamo il reiterarsi delle urgenze strategiche per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per la ricostruzione dell’Aquila o per l’Expo 2015 di Milano, dove alcuni emissari ministeriali e proprietari di aree sarebbero stati già in movimento. Pienamente d’accordo con il direttore Boeri sulla differenza tra emergenza e urgenza, spiace constatare che dopo la più volte annunciata libera competizione per il masterplan dell’Expo, l’incarico sia stato affidato, anche in questo caso, tramite consulenza, della quale, come per la Maddalena, non è dato conoscere l’entità. Ci sarebbe stato almeno un anno di tempo per bandire un grande concorso internazionale e svilupparne il risultato: Milano è stata scelta nel marzo 2008; l’avvio dei lavori della «consulta architettonica» è del maggio 2009, la presentazione ufficiale del concept-masterplan con i render griffati Herzog & de Meuron risale al settembre 2009; la presentazione del dossier con il masterplan definitivo al Bie è del maggio 2010. Visto che lo sviluppo del masterplan è stato affidato all’Ufficio di piano e che i concorsi più volte sbandierati non arrivano, si potrebbe suggerire al neodirettore generale Giuseppe Sala, come indispensabile cambiamento di rotta, una competizione per visualizzare il dopo Expo.
Verificato che in Italia dagli errori non s’impara, vorremmo offrire, grazie all’esperienza maturata sul campo, un piccolo contributo per dimostrare che, anche seguendo le attuali leggi dello Stato sui lavori pubblici, si può realizzare un’opera di qualità in tempi brevi e con costi ragionevoli. A titolo esemplificativo, suggeriamo l’opportunità di bandire un concorso modello aperto a tutti che in 60-75 giorni, con procedure ordinarie, porti alla proclamazione del vincitore e all’affidamento dell’incarico. Se poi, simbolicamente, fosse Soru, nella veste di «patron» di Tiscali, lo sponsor o il co-finanziatore di una piccola opera di utilità pubblica, per esempio alla Maddalena, allora immaginiamo l’entusiasmo del Sindaco Angelo Comiti, dei maddalenini e degli architetti internazionali che parteciperebbero ammirati. Il progetto vincitore (riqualificazione degli spazi urbani, nuova edilizia sociale, recupero del fortino napoleonico di Punta Rossa…) potrà essere realizzato, sempre e soltanto con procedure ordinarie, in meno di un anno. Altri concorsi seguiranno e nuove opere verranno costruite dal Comune con i soldi che il presidente Cappellacci otterrà dai risarcimenti degli illeciti per i lavori del G8.
Da esempio di ordinaria corruzione, La Maddalena potrebbe diventare il modello trasparente del riscatto italiano. Un catalogo potrebbe documentare questo «sforzo collettivo», mentre «Domus», stavolta, non potrà rifiutare la pubblicazione dell’articolo riparatorio di Koolhaas sulla vera storia delle due Italie: sistema gelatinoso vs rispetto delle regole. Soltanto allora tutti i dibattiti promossi dagli autorevoli critici sui grandi temi cari ai politici, agli architetti e ai cittadini (trasparenza, competizione virtuosa, qualità e costi delle opere…), non solo nella costosa scatola di cristallo del G8 fantasma, potranno fondarsi sulla controprova tangibile da offrire ai nostri amministratori e a taluni funzionari governativi.

Autore

  • Luigi Centola

    Architetto, fondatore e direttore dello studio Centola&Associati, che si caratterizza per lo sviluppo di masterplan territoriali, progetti urbani e architettonici dall’approccio sistemico dove la sostenibilità è posta al centro di un'indispensabile riunificazione tra pianificazione, ecologia, economia e istanze della collettività. Lo studio ha realizzato progetti e vinto concorsi in Italia e all’estero come gli Holcim Awards per la costruzione sostenibile; è stato invitato all’11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia e ad Europe Strategic Architecture per l’8° incontro Archilab di Orleans. Luigi Centola presiede la no profit NewItalianBlood che organizza a Salerno i Master Architettura|Ambiente e Progettazione|Bim dove ogni anno 40 giovani progettisti lavorano al futuro della Campania e dell'Italia. www.centolaassociati.com - www.newitalianblood.com

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Last modified: 14 Luglio 2015