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Luigi BartolomeiWritten by: Progetti

A Bologna il museo diventa città

Bologna. Nella crisi dei sistemi museali tradizionali, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna punta sul fascino della città storica e trasforma il museo in fenomeno urbano, aprendo come scrigni per eventi d’eccellenza le chiese e i palazzi di cui ha promosso i restauri (70 milioni di euro a oggi). Il percorso «Genus Bononiae. Musei nella città» sarà inaugurato il 20 giugno con l’apertura dell’oratorio di San Colombano, restaurato dagli architetti Francisco Giordano e Roberto Scannavini, la cui cripta, emersa durante i restauri, ha restituito un affresco della crocifissone del secolo XIII, forse di Giunta Pisano. Ma nessuno dei poli in cui si articola il percorso canterà solo se stesso: come ha affermato Philippe Daverio, consulente artistico del progetto, Genus Bononiae «utilizza le eredità del passato come strumento per generare nuova cultura», e San Colombano sarà la cassa armonica per le periodiche performance degli strumenti musicali storici della collezione del maestro Luigi Ferdinando Tagliavini che qui avrà sede. L’oratorio sarà il secondo polo musicale del percorso: presso Santa Cristina, sotto le tele di Guido Reni e di Ludovico Carracci, già si è insediata la Schola Gregoriana Benedetto XVI e la ex-chiesa, riaperta nel 2007, è divenuta palcoscenico per numerose rassegne musicali. L’interazione con il corpo vivo della città pretende l’architettura contemporanea: nella Ex-Chiesa di San Giorgio in Poggiale è l’allestimento ligneo di Michele de Lucchi a disegnare una elegantissima sede per la biblioteca della Fondazione, mentre a Palazzo Pepoli (inaugurazione prevista nel 2011) sarà un’architettura in vetro nella corte interna a duettare con la massa tetragona del palazzo medioevale: restauro e progetto di Mario Bellini. Mentre Santa Maria della Vita, già dal 2006 parte del percorso, continuerà a essere teatro del Compianto su Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, Palazzo Fava entro quest’anno offrirà al pubblico gli affreschi dei Carracci e 1.200 mq per collezioni d’arte e mostre temporanee, da aggiungersi a quelle ormai consuete a Casa Saraceni, storica sede della Fondazione. Quando anche San Michele in Bosco, sulla prima collina, beneficerà di un più agevole collegamento con il centro storico, sarà possibile contemplare dall’alto questo disegno sulla città che concretizza a scala urbana «un modo di esporre e raccontare dinamico e innovativo, in un percorso in divenire, che si rinnova e si arricchisce continuamente», come ha dichiarato Fabio Roversi Monaco, ideatore del progetto e presidente della Fondazione Carisbo.

Autore

  • Luigi Bartolomei

    Nato a Bologna (1977), vi si laurea in Ingegneria edile nel 2003. È ricercatore presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, ove nel 2008 ha conseguito il dottorato di ricerca in Composizione architettonica. Si occupa specialmente dei rapporti tra sacro e architettura, in collaborazioni formalizzate con la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna ove è professore invitato per seminari attinenti alle relazioni tra liturgia, paesaggio e architettura. Presso la Scuola di Ingegneria e Architettura di Bologna insegna Composizione architettonica e urbana, ed è stato docente di Architettura del paesaggio e delle infrastrutture. È collaboratore de "Il Giornale dell'Architettura" e direttore della rivista scientifica del Dipartimento, “in_bo. Ricerche e progetti per il Territorio, la Città, l’Architettura”

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Last modified: 16 Luglio 2015