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Rachele MichinelliWritten by: Inchieste

Padiglione Italia. Nella città dell’uomo tra arte, tecnologia e architettura

Il padiglione si presenta come un ampio volume a pianta quadrata lambito su tre lati da specchi d’acqua. L’utilizzo dei pannelli in cemento trasparente rappresenta il primo elemento di grande novità: il materiale, appositamente brevettato dall’azienda Italcementi, è costituito da una miscela di cementi, additivi e resine plastiche che garantisce la resistenza del cemento tradizionale unita a una parziale trasparenza. Il padiglione è stato realizzato per lo più con materiali riciclabili e, per sottolineare l’attenzione al tema della sostenibilità, sono stati posizionati elementi fotovoltaici in copertura e nelle vetrate.
Sotto l’effetto traslucido del cemento trasparente si intuisce la complessità di uno spazio espositivo (organizzato su tre livelli distribuiti su un’altezza totale di 18 metri) che vuole riflettere il modello di una città in miniatura, nel tentativo di riprodurne la varietà di scorci, vicoli e piazze. L’apparente casualità del disegno dei percorsi, degli spazi e dei tagli di luce richiama il carattere informale di molte città storiche italiane, e allo stesso tempo rende omaggio al famoso gioco dello Shanghai e alla disposizione «spontanea» dei suoi pezzi. È stata inoltre prevista la possibilità di smontare e rimontare l’edificio, anche in versione ridotta. In accordo con il tema scelto, che pone al centro dell’attenzione l’uomo, l’allestimento interno illustra contenuti che esaltano la qualità del vivere nelle città italiane, la particolarità dei monumenti o l’eccellenza di alcuni prodotti alimentari.
 
L’eccellenza dell’architettura in attesa
Tra le eccellenze in mostra all’interno del Padiglione Italia figura anche l’architettura, oggetto di un’iniziativa coordinata dall’Oice, l’associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico economica. Benché i fondi siano stanziati e il progetto e i contenuti dell’allestimento definiti, al momento in cui questo giornale va in stampa non sono ancora state fissate le date per l’inaugurazione, e secondo quanto afferma l’architetto Braccio Oddi Baglioni, presidente dell’Oice, il calendario rimane tuttora incerto.
La mostra «Better City. Better Life. Alto design e alta tecnologia italiana» declina il tema dell’Expo nelle sezioni «vivibilità», «produzione», «movimento», «benessere» e «tattilità». Ognuna è rappresentata da un esemplare raggruppamento di progetti sviluppati sul nostro territorio nazionale, e la pluralità dei temi costituisce un’occasione per dimostrare come in più settori il patrimonio culturale e architettonico italiano sia un know how importante anche per le tecnologie più avanzate.
La sezione «vivibilità» includerà una selezione di progetti di restauro virtuosi; «produzione» esporrà alcune realizzazioni esemplari che coniugano esigenze funzionali e spazi rappresentativi; «movimento» illustrerà opere infrastrutturali in rapporto con il paesaggio, in «benessere» troveranno posto le opere attente alla sostenibilità ambientale, mentre in «tattilità» verranno esposte le strutture caratterizzate da materiali innovativi. Una sezione a parte sarà invece riservata a progetti di giovani architetti.
L’allestimento, che dovrebbe occupare uno spazio di circa 200 mq, è stato assegnato, a seguito di un concorso di idee, allo studio Ricci&Spaini di Roma, per aver presentato la proposta che meglio interpretava il concept elaborato dalla commissione scientifica dell’Oice.
Per lo schema funzionale e concettuale della mostra è stato scelto un modello di perfezione geometrica secondo la concezione rinascimentale, quello di una città ideale a pianta esagonale, proposto come tracciato mentale e allo stesso tempo fisico del materiale espositivo. Le pareti che delimitano lo spazio destinato alla mostra, oltre a contenere questo volume esagonale, accoglieranno le immagini dei progetti secondo la suddivisione in sezioni tematiche.
La superficie verticale di massima estensione, esposta a un maggiore passaggio di visitatori, ospiterà invece «Silk Road Map», che presenterà gli esiti dell’omonimo concorso indetto dall’Oice (iscrizioni entro il 31 maggio) riservato a professionisti e studenti italiani e cinesi e rivolto a raccogliere idee innovative, materiali o immateriali, per recuperare, reinterpretare, attualizzare e riconfigurare nell’immaginario collettivo la «Via della Seta».
I progetti selezionati saranno esposti su una grande mappa tridimensionale lunga oltre 15 m che riprodurrà in scala la geografia del territorio compreso fra Italia e Cina. Su questa base, l’antica Via della seta, evidenziata in verde, costituirà una traccia storica da ripercorrere come fonte di immagini evocative, per ritrovare lo spirito esploratore di personaggi come Marco Polo o Giuseppe Castiglione.

Autore

  • Rachele Michinelli

    Laureata in Architettura a Ferrara nel 2002, dal 2001 al 2003 lavora a Parigi. Nel 2007 è visiting professor all’Universidad Nacional de Colombia di Bogotà. Nel 2009 consegue il dottorato presso il Politecnico di Torino. Dal 2006 collabora con Il Giornale dell’Architettura. Dal 2013 al 2015 è docente a contratto presso il Politecnico di Torino, nell’a.a. 2016/17 tutor presso l’Alta Scuola Politecnica dei Politecnici di Milano e Torino. Dopo una decennale esperienza come project manager e consulente alla direzione presso Studio Rolla per la gestione d'importanti trasformazioni urbane, fra cui il nuovo stadio della Juventus a Torino, nel 2018 fonda il proprio studio Viadelpino a Genova, occupandosi principalmente di consulenze procedurali e tecnico amministrative

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Last modified: 17 Luglio 2015