Linaugurazione della Piramide dellartista Mauro Staccioli, avvenuta lo scorso 21 marzo a Motta dAffermo come parte della Fiumara dArte (un percorso turistico culturale di 25 km circa tra i comuni di Castel di Lucio e Tusa, riconosciuto dalla legge regionale 6/06), è unoccasione per conoscere meglio loperato di Antonio Presti, illuminato mecenate dellarte che da trentanni sta realizzando un sogno senza fermarsi di fronte alle difficoltà giudiziarie, alla diffidenza della gente e allostilità della mafia. Questopera rappresenta infatti solo un tassello di una vasta azione che ha scelto di valorizzare territori e persone attraverso larte contemporanea anche a Catania e Palermo (cfr. il numero scorso di questo Giornale, p. 25).
Tutto è cominciato nel 1983, quando Presti decide di dedicarsi allarte e di non seguire le orme del padre, proprietario di un avviato cementificio. Al genitore da poco mancato dedica unopera monumentale realizzata dallo scultore Pietro Consagra, collocandola alla foce di un antico fiume che scorreva tra i Monti Nebrodi. Seguono altre opere commissionate ad artisti di calibro internazionale e donate al territorio lungo il percorso che diventa meta di pellegrinaggio per gli amanti dellarte insieme allhotel Atelier sul mare a Castel di Tusa, che Presti inaugura nel 1991 scegliendo di affidare larredo di ogni stanza a un artista. Sebbene le opere siano realizzate con il consenso di sindaci e amministrazioni, il fondatore di Fiumara dArte subisce accuse di abusivismo, provvedimenti giudiziari e minacce mafiose.
Presti decide allora di portare la sua missione di «devozione alla bellezza» nel quartiere Librino, unarea di 420 ettari edificata nella periferia di Catania durante gli anni settanta. Del progetto originario di Kenzo Tange, che prevedeva unequilibrata composizione di residenze, verde e servizi, furono realizzati quasi esclusivamente gli edifici residenziali, dove vivono oggi oltre 70.000 abitanti, in alcuni casi addirittura senza allacci alla rete elettrica e fognaria. È nelle scuole che nel 2002 Presti avvia il progetto Terzocchio-Meridiani di Luce con una serie dinterventi che nel 2009 culminano nella realizzazione della Porta della Bellezza, frutto di unidea maturata insieme agli abitanti: la trasformazione del viadotto che taglia in due Librino in un opera darte collettiva composta da 9.000 forme di terracotta realizzate da bambini e numerosi artisti italiani fra cui Italo Lanfredini. Ma i passi verso un museo allaperto realizzato dal quartiere proseguono: vengono stipulate convenzioni che autorizzano lutilizzo di cento facciate cieche come spazi espositivi per la proiezione di filmati e immagini che celebrino lanima dellagglomerato urbano. Fotografi di fama mondiale come liraniano Reza Deghati, daranno il loro contributo e formeranno inoltre artisti locali, bambini e ragazzi chiamati a interpretare Librino ciascuno con la propria sensibilità, insegnando loro a occuparsi anche degli aspetti di proiezione, montaggio e manutenzione delle attrezzature. Il primo risultato di questo lavoro sarà proiettato nella primavera del 2011 sui primi dieci palazzi individuati. Una riqualificazione che nasce dal basso, in cui la bellezza del luogo è intesa come dignità e creatività degli individui che lo abitano.
Mentre architetti, imprese e istituzioni stanno a guardare.
Articoli recenti
- CSAC chiuso: tempi incerti e molta preoccupazione 27 Gennaio 2025
- Quo vadis architetto? The Brutalist, cemento e non solo 27 Gennaio 2025
- Franco Piperno (1943-2025) 23 Gennaio 2025
- Gaza, tregua e ricostruzione 22 Gennaio 2025
- Guido Guidi al MAXXI, il tempo della fotografia 22 Gennaio 2025
- L’Archintruso. Cina, allarme umarell 21 Gennaio 2025
- Cina, grandezze e stravaganze di un’architettura che è (troppo) marketing 21 Gennaio 2025
- L’archiviaggio. Kyoto, nel cuore della tradizione giapponese 20 Gennaio 2025
- Architecture’s Afterlife: quanti architetti non fanno gli architetti 15 Gennaio 2025
- Marco Romano (1934-2025) 15 Gennaio 2025
- Cosenza e tutti i suoi MicroMondi, contro la turistificazione 14 Gennaio 2025
- Françoise Choay (1925-2025) 13 Gennaio 2025
- BioarchitetturaⓇ, il master che fa la differenza 13 Gennaio 2025
- Los Angeles: la metropoli catastrofica 11 Gennaio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Luca Gibello. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Michele Roda, Veronica Rodenigo, Ubaldo Spina.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2024 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata