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Gli anni cinquanta dell’Arbeitsgruppe 4

Vienna. È la prima volta che l’Architekturzentrum dedica un’ampia mostra all’Arbeitsgruppe 4 (Gruppo di lavoro 4), il collettivo di architetti austriaci fondato all’inizio degli anni cinquanta da Wilhelm Holzbauer, Friedrich Kurrent, Johannes Spalt e Otto Leitner. Tutti allievi di Clemens Holzmeister alla scuola di Belle arti, dopo il diploma i quattro s’insediano nell’ottavo distretto di Vienna, dove presto diventano punto di riferimento degli effervescenti ambienti culturali della capitale. Già nel 1953 Leitner prende altre strade e nel 1964 è il più celebre dei quattro, Holzbauer, a mettersi in proprio, lasciando al duo Kurrent e Spalt il compito di tenere alta la bandiera della storica formazione.
«Negli anni cinquanta vivevamo di concorsi e un po’ di soldi li abbiamo fatti con la chiesa di Parsch», racconta Holzbauer in una delle videointerviste in mostra, ricordando il progetto che li impone all’attenzione dell’opinione pubblica. «Si era prima del Concilio Vaticano II e noi avevamo messo l’altare al centro, per cui il vescovo si rifiutò d’inaugurarla. Ci piovvero addosso critiche da ogni parte e il senso era: via gli esistenzialisti dalla progettazione delle chiese». Era il 4 agosto del 1956 e nell’ultraconservatrice Austria quella chiesetta nei sobborghi di Salisburgo divenne una pietra di scandalo, nonostante il fatto che le porte le avesse progettate Oskar Kokoschka. Rievoca ancora Holzbauer: «A quel tempo frequentavamo spesso Kokoschka, gli facemmo vedere il cantiere della chiesa e lui disse, “Vi faccio io le porte”. Noi però non avevamo i soldi per il bronzo e così le facemmo in cemento, ma gli piacquero». Per la cappella di Aigen, di nuovo con altare centrale e ancora nei pressi di Salisburgo, è la necessità di contenere i costi a suggerire l’utilizzo dell’acciaio assieme a pannelli Durisol, legno e vetro. Di chiese il gruppo ne progetta e costruisce altre, ma si dedica anche a pure visioni: come gli eliporti o le costruzioni leggere, mai realizzati, che avrebbero trasformato le alte torri naziste della contraerea sparse per Vienna; o il sistema modulare di prefabbricati in cemento armato per edilizia residenziale vagheggiato a metà anni sessanta, in grado di consentire montaggi rapidi e costi contenuti.
Oltre a dar conto di numerosi progetti, la mostra rivela, grazie alle videointerviste, anche il punto di vista dei tre protagonisti ancora in vita (Leitner è scomparso nel 1997) sulla produzione dell’Arbeitsgruppe 4. Il catalogo con saggi, tra gli altri, di Dietmar Steiner e Friedrich Achleitner, si propone come compendio del divenire del gruppo.
 
«Arbeitsgruppe 4», a cura di Sonja Pisarik e Ute Waditschatka. Vienna, Architekturzentrum, fino al 31 maggio.

Autore

  • Flavia Foradini

    Giornalista e autrice per carta stampata e radio, si occupa da oltre trent’anni in particolare di area germanofona e anglofona, ma segue anche temi globali. Scrive per numerosi editori italiani ed esteri, tra cui Il Sole 24 Ore, il gruppo Allemandi, il gruppo Espresso-Repubblica, la RSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana, per cui realizza approfondimenti e audiodocumentari). Ha collaborato con il Piccolo Teatro di Milano e insegnato alla Kunstuniversität di Graz. Ha curato e/o tradotto numerose opere di e sul teatro, e saggi storici. Si è occupata approfonditamente fra l'altro di architettura nazista, in particolare del sistema delle torri della contraerea, su cui ha scritto, tenuto conferenze, e realizzato mostre (con fotografie di Edoardo Conte). Osserva dagli anni '80 gli sviluppi urbanistici e architettonici di Vienna

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Last modified: 17 Luglio 2015