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Cristiana ChiorinoWritten by: Professione e Formazione

Raimund Abraham (1933-2010)

Abraham è morto in un incidente d’auto sull’autostrada di Los Angeles/Downtown nella notte del 4 marzo. L’architetto austro-americano aveva appena partecipato a un dibattito al Southern California Institute of Architecture (SCI-Arc).
Nato nel 1933 a Linz, Abraham ha sempre lavorato tra Austria e Stati Uniti dove si era trasferito dal 1964. L’insegnamento ha costituito gran parte della sua attività: fino al 1968 presso la Rhode Island School of Design a Providence, dal 1971 al Pratt institute di New York; nel 1971 diventa anche professore di architettura alla Irwin S. Chanin School della Cooper Union, nel 1985 viene nominato Davenport professor alla Yale University e nel 1987 Roche professor alla Harvard University.
Accanto all’attività di insegnamento, Abraham progetta e costruisce sia in Austria che negli Stati Uniti. I suoi progetti e i suoi disegni riscuotono l’attenzione internazionale e sono spesso in netto contrasto con la sua opera.
Negli anni cinquanta in Austria lavora con Walter Pichler e St. Florian. Fra il 1962 e il 1967, realizza le sue serie di città immaginarie, progetti urbani tecnologici per un mondo ossessionato dalla tecnica. Grande considerazione ricevono le sue discussioni sul disegno e le sue espressioni poetiche. Fra il 1970 e il 1984 si collocano le sue case immaginarie. Disegni mai realistici ma interpretazioni poetiche della realtà, sono caratterizzati da isometrie prospettiche in netto contrasto con i frammenti paesaggistici in cui sono inseriti. Negli anni settanta e ottanta prende parte a numerosi concorsi e lavora su progetti mai realizzati come i Nove progetti per Venezia (1979-81), con una riflessione del tutto personale sulla città lagunare, il monumento a un edificio caduto proposto in seguito al crollo della Kongresshalle di Berlino (1981) o la Times Square Theatre Tower (1984). Le case che costruisce nell’ambito dell’Iba di Berlino (1983-1986) mostrano invece forme scultoree senza compromessi a cui manca molto delle minuzie dei suoi disegni. Ma è con l’Istituto di cultura austriaca di New York che conosce il maggior successo. Vincitore del concorso nel 1992, l’edificio, è concluso nel 2002. Collocato su un limitato appezzamento di terreno, è suddiviso verticalmente in tre parti e con la sua forte espressione scultorea assume la durezza cristallina apparsa nelle architetture immaginarie. Tra le altre realizzazioni negli Stati Uniti ricordiamo il Rainbow Plaza a Niagara Falls (vicino alla frontiera con il Canada, 1977) e la Library for the Anthology Film Archives a New York (1998).

Autore

  • Cristiana Chiorino

    Torinese (nata nel 1975), architetto e dottore di ricerca in Storia dell'Architettura e dell'Urbanistica (Politecnico di Torino), è socia dello studio di architettura Comunicarch. Dal 2005 al 2014 è vicecaporedattore de «ll Giornale dell’Architettura», per il quale ha curato gli allegati «Il Magazine dell’Architettura» (selezione della stampa internazionale) e il «Rapporto Annuale Restauro». Ha collaborato alla mostra internazionale «Pier Luigi Nervi: Architettura come sfida» di cui ha curato con Carlo Olmo il catalogo. Collabora con l’associazione Pier Luigi Nervi Project, con una consulenza sulla tutela della sua eredità culturale e del patrimonio delle sue opere. Ha scritto articoli e partecipato a convegni sulla sensibilizzazione alla tutela dell’architettura del Novecento, tema che ha approfondito con il master «Sauvegarde du patrimoine bâti moderne et contemporain» presso l’Institut d’Architecture dell’Università di Ginevra nel 2003. Dal 2011 è membro del consiglio direttivo di Docomomo Italia

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Last modified: 17 Luglio 2015