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… e il Museo dell’Acqua ci fa scoprire i suoi «bottini»

Siena. Durante la seconda metà del decennio scorso la città ha riscoperto un importante patrimonio architettonico e culturale rappresentato dai canali sotterranei denominati «bottini», utilizzati per l’approvvigionamento dell’acqua. Si tratta di una maestosa opera d’ingegneria idraulica realizzata tra xiv e xv secolo: un vero e proprio acquedotto con oltre 25 km di gallerie scavate nel sottosuolo che rappresenta un’eredità storico-culturale quasi sconosciuta composta da manufatti, reperti e documenti legati alla cultura dell’acqua. Nell’ambito del «Programma Raphael», finanziato dalla Commissione europea, è stata svolta un’approfondita ricerca che ha condotto al progetto del Museo dell’Acqua, frutto di un lavoro interdisciplinare coordinato da Roberto Santini, Goffredo Serrini e Claudio Zagaglia (dello studio fiorentino SocialDesign), in collaborazione con Mizar e Studio Azzurro.
Il museo è stato ricavato all’interno della Fonte di Pescaia, che ne rappresenta il contenitore e al contempo il contenuto principale. L’architettura, la peculiarità del sito e l’integrità dell’intero sistema idraulico fanno della Fonte (le cui origini risalgono al 1247 e i cui restauri sono stati eseguiti con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena) un luogo unico. Il percorso (su una superficie di circa 450 mq, cui ne vanno aggiunti 2.000 di spazio all’aperto) si sviluppa all’interno di una struttura che ha mantenuto intatta la suddivisione in «sequenza di stanze» ereditata dalla preesistente configurazione dell’edificio costruito proprio sopra la Fonte. Gli ambienti, di differenti dimensioni e altezze, sono stati rimodellati attraverso un allestimento che ne ha esaltato la funzione e la forma originaria. Il sistema distributivo segue un percorso semplice che attraversa le diverse stanze alle quali sono stati attribuiti specifici contenuti, per risalire poi lungo una scala che serve i vari livelli. Qui il visitatore non è semplice spettatore, ma protagonista attivo di uno stimolante viaggio all’interno dell’antico acquedotto. Un «viaggio-racconto», come lo ha definito Serrini, basato su rigore scientifico e chiarezza narrativa. In questo percorso, l’opera d’ingegneria idraulica dialoga con immagini e ambientazioni multimediali che arricchiscono la valenza didattica di un luogo in cui reale e virtuale si relazionano con l’acqua e con la storia della città.
L’intervento è costato 1.763.600 euro, finanziati in quota parte da Regione e Comune.

Autore

  • Olimpia Niglio

    Nata a Salerno nel 1970, si laurea in Architettura presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” dove nel 2000 consegue il Dottorato in Conservazione dei beni architettonici. Si specializza in Restauro architettonico e a Roma consegue il Master in Management dell’arte e beni culturali. Dal 2000 al 2001 (Post PhD) è ricercatore e coordinatore del progetto “Nuovi strumenti di diagnostica nel campo del restauro architettonico” con fondi MIUR. Dal 2002 al 2010 è Adjunct Professor di Restauro architettonico presso il Corso di laurea in Storia dell’Arte dell’Università di Pisa dove ha insegnato anche presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte. Dal 2012 è Research Fellow presso la Kyoto University, Graduate School of Human and Environmental Studies, in Giappone. Dal 2014 è Full Professor di Storia e Restauro dell’Architettura presso la Facultad de Artes y Dibujo dell'Università Jorge Tadeo Lozano a Bogotá. Svolge attività di ricerca presso la Universitat Politècnica de València e presso il Kunsthistorisches Institut di Firenze. È stata Visiting Professor presso la Tokyo University, la Kanto Gakuin University di Yokohama, la Otemon Gakuin University di Osaka, il Western Galilee College di Akko in Israele, l’Universidad de Concepción in Cile e l’Universidad Nacional Autonoma de México. È autrice di volumi su tematiche comparative connesse alla storia e al restauro dell’architettura ed è vincitrice di premi internazionali tra cui il Premio monografia scientifica alla X Biennale di Architettura - Cuba 2015. È membro ICOMOS e ICOM.

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Last modified: 17 Luglio 2015