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Written by: Professione e Formazione

Ponti, tribunale, case sostenibili

Copenaghen. Scomparse da decenni le attività portuali, la zona centrale della città che affaccia sul porto è soggetta da nord a sud a un processo di trasformazione che nelle sedi di banche, servizi culturali e nuovi edifici d’abitazione offre occasioni di lavoro e di vitalità. Mentre le aree del waterfront si prestano a essere vetrina dei nuovi episodi edilizi, «Hopenaghen» punta a ridurre i livelli di Co2 incentivando l’uso di mezzi pubblici e biciclette. All’eccitazione funzionale delle rive serve però una più diffusa infrastrutturazione viaria, sia per passaggi tra i due versanti che per dare continuità al passeggio lungo le banchine di ciascun lato.
In tal senso i due ponti pedonali di prossima realizzazione sono una risposta esemplare. Il primo è stato assegnato con un concorso a due fasi conclusosi a fine 2009. In una rosa prestigiosa (Hadid e 3XN, tra gli altri), si sono imposti i londinesi Bednarsky e Flint&Neill, che hanno risposto all’esigenza di avvicinare la città al Teatro dell’opera collegando il fronte ovest – a due passi dal nuovo Teatro reale – con Christianshavn e con le aree di Holmen dell’ex arsenale militare a est. Al pubblico del contestato Teatro dell’opera (inaugurato nel 2004 su progetto del danese Henning Larsen) serve infatti un avvicinamento più rapido rispetto alle limitazioni attuali che il nuovo itinerario pedonale e ciclabile risolve in modo brillante. La proposta appare con passerelle rampanti sulle acque del canale del porto interno (Inderhavnen) con l’invenzione di una campata centrale costituita da due elementi mobili (ingegneria meccanica dello studio newyorkese Hardesty & Hannover) pronti a ritrarsi nel caso di navigli in transito e con gli opposti segmenti che diventano moli panoramici per i passanti in attesa.
Il progetto del secondo ponte è invece stato donato alla Municipalità dalla locale fondazione Nordea ed è dovuto a Olafur Eliasson, artista danese già autore del Serpentine Pavilion 2007 a Londra (con Kjetil Thorsen, del norvegese studio Snøhetta). Con fine lavori prevista nel 2012 e un budget di 7 milioni, elimina una delle discontinuità lungo la passeggiata portuale e, scavalcando un canale di Christianshavn di fronte alla notevole architettura della Biblioteca reale nelle cui vetrate finirà per specchiarsi, propone una soluzione fatta di elementi delicati e dai connotati festosi che rallegrano, come in un giro di giostra, i lineamenti pesanti e infelicemente seriosi di molti edifici del waterfront. Con il suo sartiame vibrante, il ponte strizza l’occhio alla nautica, e con le sue pedane circolari s’inserisce tra gli episodi di gran successo che già rianimano le banchine. Pedane galleggianti, trampolini per destrezze variabili, ripari per scuole di kayak, recinti natatori approfittano già delle acque ripulite del canale inseguendo il sogno mediterraneo di una balneabilità diffusa. Sempre a fine novembre si è concluso il concorso per l’ampliamento del tribunale di Frederiksberg, a due passi dal centro commerciale omonimo e dal campus aperto della Copenhagen Business School. La proposta vincitrice, dei locali 3XN, modella un nuovo isolato che si deforma ritraendosi per dare più luce e accondiscendenza spaziale alla sobria preesistenza disegnata da Hack Kampmann, di cui assorbe l’anima neoclassica. In analogia con le citate architetture dei dintorni, prefigura l’interno come insieme di luoghi dove lo spirito dell’accoglienza e l’esercizio delle funzioni avranno modo di esprimersi con umanità. Una dimostrazione di come, tra le sfide concorsuali in Oriente e la messa a punto di progetti a grande scala che s’imporranno nello skyline di Copenaghen, lo studio 3XN non rinunci a confrontarsi con temi consueti come l’edificio per uffici a dimensione contenuta.
Ancora sull’acqua, ma sul sabbioso Limfjord nella settentrionale Aalborg, si è recentemente chiuso un concorso a inviti per un insediamento residenziale a basso impatto ambientale. Se il progetto vincitore, dello studio Arkitema propone forme piuttosto convenzionali, lo studio C.F. Moeller con il progetto Bolig+ ha offerto una dimostrazione a tutto campo del potenziale energetico che un edificio d’abitazione può rappresentare, a cominciare dalla sua tensione formale, in un’interpretazione didascalica di raro approfondimento tecnologico. Il secondo posto al concorso non rende giustizia alla proposta che integra con efficace espressività le facciate verdi con l’applicazione di vari dispositivi di captazione solare nella copertura inclinata, il ruolo di massa termica degli elementi in cemento con il recupero dell’acqua piovana, la temperatura delle acque del fiordo con l’energia prodotta dalle pale eoliche.

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Last modified: 17 Luglio 2015