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Davide BorsaWritten by: Professione e Formazione

Milano, la Tagliabue per il garage Traversi

Risolto con la formula del concorso privato a inviti «ex garage Traversi» il problema della conservazione e riqualificazione dello storico garage multipiano dal sapore mendelshoniano progettato negli anni trenta da Giuseppe De Min e Alessandro Rimini in via Bagutta. Promosso da Aedes e Bpl Re, la gara ha premiato lo studio spagnolo di Benedetta Tagliabue (Embt Miralles Tagliabue) per il migliore «concept project».
Alla sfida della riprogettazione, con variegate soluzioni che passavano dall’onnipresente grattacielo alla parete serra, ha prevalso il buon senso rispetto alla fascinazione dell’immagine urlata, complice anche la congiuntura e l’autorevole commissione bipartisan, presieduta da Alberico Belgiojoso: una volta tanto riunite conoscenze ed esigenze adeguate al tema (Paolo Marconi per il restauro, Giovanni Oggioni per l’urbanistica, Andrea Campioli per la tecnologia dell’architettura e il soprintendente ai Beni paesaggistici e monumentali Alberto Artioli). Merito anche del bando, ben costruito, a cui hanno risposto i milanesi Mario Bellini (che ha proposto una serra verticale) e Studio Peregalli, il fiorentino David Fisher, Jean Nouvel (che ha però fatto tabula rasa per un grattacielo di 60 m) e Silvio D’Ascia dalla Francia, Eric Owen Moss dagli Stati Uniti. Pur lasciando libertà espressiva, nel contempo il disciplinare di gara obbligava a prendere in seria considerazione le prescrizioni indicate dagli organi di tutela (conservazione integrale della facciata, ma un vincolo «flessibile» per gli interni), le esigenze di utilizzabilità, mettendo in primo piano il tema della conservazione dei caratteri originali del manufatto.
Il progetto vincitore è attento alla conservazione dell’edificio, nei suoi aspetti formali e materici, mentre la spazialità interna genera mutevoli prospettive, e le nuove funzioni (residenza, alberghi e negozi, ristoranti e l’immancabile spa) garantiscono una fruibilità microurbanistica di livello adeguato all’intorno. Speriamo che faccia scuola… non solamente per i poli del lusso.

Autore

  • Davide Borsa

    Laureato in Architettura al Politecnico di Milano con una tesi su Cesare Brandi, pubblicata con il titolo Le radici della critica di Cesare Brandi (2000), è dottore di ricerca in Conservazione dell'architettura. È corrispondente del “Giornale dell'Architettura” e ha scritto per “Arte Architettura Ambiente”, “Arcphoto”, “Ananke”, “Il Giornale dell'Arte”. Suoi contributi sono in atti per il seminario internazionale “Theory and Practice in Conservation- A tribute to Cesare Brandi” (Lisbona 2006), per la giornata di studi “Brandi e l’architettura” (Siracusa 2006), per il volume “Razionalismo lariano” con il saggio “Eisenman/Terragni: dalla analogia del linguaggio alla metafora del testo” (2010), per il volume “Guerra monumenti ricostruzione. Architetture e centri storici italiani nel secondo conflitto mondiale” (2011). Ha curato il volume “Memoria e identità del luogo. II progetto della memoria” (2012). Ha fatto parte dello staff curatoriale del Padiglione Architettura Expo 2015 per il ciclo di convegni Milano capitale del moderno. Presso il Politecnico di Milano collabora alla didattica nei corsi di Storia dell'architettura contemporanea, Teoria del restauro, Composizione architettonica e urbana e ai laboratori di Restauro e di Progettazione architettonica.

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Last modified: 17 Luglio 2015